Juve e Toro, crisi infinita
Fonte: Massimo De Marzi per www.carlonesti.it
Non poteva esserci fine d’anno peggiore: nelle ultime due giornate di campionato, Juve e Toro non hanno racimolato un solo punto. Quattro sconfitte in altrettante gare, due gol segnati e sette subiti. I numeri evidenziano in modo inequivocabile la crisi di due squadre che a inizio dicembre sembravano uscite dall’empasse, dopo il successo bianconero sull’Inter e i tre punti dei granata a Gallipoli.
La Juve, però, aveva battuto la capolista grazie alla forza dei nervi e a motivazioni straordinarie, quando si è trattata di metterla sul piano del gioco la squadra di Ferrara ha dimostrato tutti i suoi limiti: è successo contro il Bayern e la storia si è ripetuta anche a Bari e contro il Catania fanalino di coda, nella partita che sembrava ideale per tornare al successo e arrivare alla sosta rinfrancati nel morale. In un Olimpico freezer, è bastato un Catania ordinato e lucido, pur essendo privo della genialità di capitan Mascara, per superare una Juve che ha mostrato di non avere gioco, idee e personalità. Il pubblico, che aveva accolto il pullman bianconero sotto il lancio di uova e un contorno di fischi e insulti, si è scatenato dopo il vantaggio ospite di Martinez, mentre venivano esposti striscioni a favore di Andrea Agnelli, per chiedere un cambio al vertice anche in società.
Gli unici momenti in cui la Juve ha goduto di una tregua, in un pomeriggio di durissima contestazione, è stato dopo il pari di Salihamidizic, poi il nuovo vantaggio del Catania ha dato il là ad un finale da brividi, con alcune decine di tifosi che hanno continuato a protestare all’esterno dello stadio, mentre una delegazione di ultras ha incontrato il ds Secco, prima che il pullman lasciasse l’Olimpico. La nuova Juve, costruita a suon di milioni di euro, ha meno punti di un anno fa ed è stata eliminata dalla Champions: Diego e Felipe Melo sono due fantasmi, Cannavaro e Grosso due campioni del mondo arrivati al capolinea, come Del Piero e altri veterani. La società ha sbagliato, ma chi ha raccolto l’eredità della triade, l’uno e trino Blanc (presidente, amministratore delegato e direttore generale), ha confermato la fiducia nell’allenatore: “La linea è stata tracciata, si va avanti con Ferrara”. I risultati però stanno bocciando in modo evidente la scelta di liquidare Ranieri e affidare la squadra a un debuttante, che ha escluso di volersi fare da parte: “Dimissioni? Mi piace andare per mare, non abbandono la nave nella tempesta”.
Il Toro il jolly del cambio di allenatore se lo è già giocato e non è che le cose con Beretta siano cambiate di molto rispetto all’ultimo periodo sotto Colantuono: dopo la sofferta e fortunosa vittoria di Gallipoli, sono giunte le sconfitte contro Sassuolo e Vicenza, l’ultima pesantissima sul piano del gioco. La settima sconfitta stagionale ha fatto sprofondare in classifica i granata, adesso più vicini alla zona playout che alle prime due posizioni che garantiscono la promozione diretta. Il nuovo tecnico ha detto di essersi sentito tradito dalla prestazione della squadra, una settimana di ritiro non è servita a nulla, visto che il Toro ha giocato i primi dieci minuti e poi è scomparso dalla gara.
Inevitabile, a questo punto, il ritorno sul mercato e non solo per qualche operazione minore o per sfoltire la rosa: serve una mezza rivoluzione, soprattutto bisogna fare pulizia all’interno di uno spogliatoio dove ci sono troppi giocatori che si atteggiano a primedonne senza però fare mai la differenza in campo. David Di Michele, pupillo di Colantuono, è stato un fantasma nelle ultime due giornate e il suo rapporto con Beretta non sembra idilliaco, tanto che è stato facile identificare nell’ex udinese il destinatario della frase ‘non ci sono intoccabili’ pronunciata dal tecnico lombardo. Chi sulla lista dei partenti si è messo da solo è l’honduregno Leon, mentre Beretta ha deciso di torchiare il gruppo, viste le ultime deludenti prove: i giocatori saranno in vacanza fino al 27, dal giorno seguente si riprende a lavorare al centro Sisport e la truppa si allenerà anche il 31 e a capodanno. Ritmi forzati per recuperare il terreno perduto.