Juve, Toro e ... I due ragazzini Nedved e Amoruso
Il terzo successo consecutivo della Juve e il ritorno alla vittoria del Toro dopo quattro sconfitte hanno avuto come protagonisti due ragazzini che assieme fanno ottant'anni: Pavel Nedved e Nicola Amoruso. Il primo è stato il trascinatore di una squadra in emergenza, che doveva fare a meno di un gran numero di titolari, segnando la doppietta che ha steso il Bologna e rilanciato le quotazioni della formazione di Ranieri, il secondo ha dimenticato i 70 minuti in panchina nel derby, segnando la rete che ha spianato la strada agli uomini di De Biasi nella delicata sfida contro l'Atalanta.
In un campionato che ha visto il secondo 0-0 di un'Inter che ha perso la testa a favore del tandem Napoli-Udinese, assieme al Milan salito al terzo posto può tornare a sognare anche la Juve. Ora si può dire: la crisi è stata superata, anche se le sfide contro Roma (sabato) e Real Madrid (mercoledì prossimo) saranno importantissime per proseguire il trand degli ultimi otto giorni. Trezeguet è infortunato? Manca Del Piero? Per una sera Amauri non segna? A trascinare la Juve al Dall'Ara ci ha pensato il suo Pallone d'Oro, che ha onorato la fascia di capitano con una prestazione sontuosa e due gol che hanno regalato il secondo successo esterno stagionale a una formazione che aveva in campo Manninger, Mellberg, Knezevic e il redivivo Tiago, non esattamente dei fulmini di guerra.
Centrale di centrocampo contro il Toro, nuovamente esterno sinistro a Bologna: dove lo metti Pavel il guerriero sta e fa la differenza, alla quantità industriale e alla qualità delle sue giocate ha aggiunto anche lo zampino decisivo nel tabellino dei marcatori. Con il recupero di Camoranesi (in campo nel finale) e la possibilità di riavere qualche altro infortunato nei prossimi incontri, la Juve può pensare di rientrare nel gran ballo dello scudetto, visto che nessuna delle favorite della vigilia sta viaggiando ad andatura spedita.
La vittoria dei bianconeri ha fatto un favore anche al Toro, frenando una squadra di bassa classifica e consentendo ai granata, tornati alla vittoria dopo due mesi, di abbandonare le paludi dell'ultimo posto. Anche qui a fare la differenza è stato un veterano, quell'Amoruso che De Biasi aveva tolto dall'undici iniziale sabato e che invece si è confermato il giocatore più efficace e talentuoso del reparto offensivo. Assieme a lui note di merito per Stellone, preferito all'opaco Bianchi di inizio stagione, ad un Abate scatenato nella mezz'ora giocata nella ripresa e al giovane Rubin, che sta ritrovando la condizione di un anno fa prima dell'infortunio, come hanno testimoniato gli spunti in occasione dei due gol.
In un centrocampo che si è giovato del rientro di Dzemaili, De Biasi ha provato ad arretrare Rosina, ma il capitano non è in grado di giocare in questo ruolo. Il pubblico gli concede poco, è stato il più beccato contro l'Atalanta e dopo la sua uscita la squadra ha cominciato a volare. Nel 4-4-2 non c'è posto per Rosinaldo, almeno per ora, se non da seconda punta. Ma ora chi può togliere più questo Amoruso? Servono scelte coraggiose e forse impopolari: De Biasi, che ha sempre avuto il coraggio delle sue azioni, dopo Bianchi potrebbe accantonare anche il suo numero 10, puntando sulla vecchia guardia. E su due ragazzi come Abate e Rubin che in questo momento sono insostituibili. Domenica, contro la Samp, sarà la prova del nove per capire se il Toro è davvero uscito dal tunnel.