L'anno che verrà
Fonte: Andrea Morè, Toromio
"Tutto gira e si srotola come di un film la pellicola", cito Paolo Conte, osservando quello che accade.
Questo periodo è stranissimo si direbbe se non fossimo Noi il Toro siccome siamo abituati un po' a tutto ed a più Noi granata, ma questo sconvolgimento cosmico che si agita sulla società del calcio come in quella generica incomincia a fare riflettere un po' tutti.
Il caso del Toro nella fattispecie è da sempre emblematico e segnale stradale, chiave di lettura cui tutti fare profittare sul come orientarsi nel buio dell'ignoto affidandosi solo alla fede del cuore, Noi cavie umane del cosmo da sempre. Già si intuiva qualcosa dopo l'incidente mortale che aveva coinvolto il pullmann del Toro poi i continui match sospesi dove è la natura a decidere posticipi ed anticipi piuttosto che la piattaforma Sky, poi la morte di quel ragazzo, Morosini e la scoperta della sua vita così difficile e così terribilmente comune nella sua sofferenza a dispetto di quello che le pubblicità dei dentifrici indicano come riferimento, cosa molto da Toro in quanto espressione massima di dolore e perdita così come di ritrovamento e di affetto, che risveglia la riflessione popolare.
Poi il calcio scommesse, l'ennesimo....a riprova perenne dell'inquinamento che il denaro porta allo sport (come a tutto del resto), se penso che il Torino è nato come rifiuto ad una professionalizzazione del calcio prospettato da parte della Juventus dell'epoca..."quanto ci avevano visto giusto quelli riunitisi nella birreria Voigt una fredda sera tra il 2 ed il 3 dicembre del 1906 prima di segarli perentoriamente nel primo derby giocato...".
E poi ritrovandosi ad osservare il reale quotidiano extra calcistico, trovo conferme del fermento e della caduta degli antichi Dei: ci sono le morti dei suicidi per la precarietà, i continui bubboni della corruzione che esplodono, le classi dirigenti incapaci non di redigere ma nemmeno concepire qualcosa di diverso rispetto al compitino che le banche e gli industriali gli hanno dettato per anni, nessuno tra questi chierichetti baciapile e nani morali che sappia anche solo ipotizzare il come permettere agli uomini di vivere liberi dalle catene delle fumisterie finanziarie che schiavizzano nell'esercizio della propria ignoranza indotta e nel culto dell'egoismo tutto un pianeta, allora che la tecnologia non smette di fornire esempi di fattibilità per una libertà permanente e gratuita.
Si stiamo affrontando i nostri antichi spettri, le nostre vecchie paure ed interpretazioni fanatiche del reale cercando di adeguraci, si spera senza riproporre ciechi isitinti bellicosi, alla libertà totale. Tutto sta crollando, tutto sta cambiando e queste pause forzate dal maltempo come dalle morti improvvise sono spazio tra nuvole, tempo prezioso in cui riflettere...ed in tutto questo parlando ancora di calcio e di Toro ci aspetta forse un agognata serie A avanzando verso ed attraverso il mese dei temporali, il maggio granata dove in una ventina di giorni giocarci il novanta per cento delle partite restanti... E' tutto strambo, è tutto così terribilmente imprevedibile, naturale e granata laddove la società tutta si trova a fare i conti con l'inedito e la caducità di valori fasulli.
Ed al fondo di quel tunnel sforzandomi di proiettare un futuro in occhi da visionario, di chi è abituato a guardare la concretezza delle nuvole piuttosto che le quotazioni della borsa valori, ipotizzo una serie A falcidiata dal calcio scommesse che magari dia un ripartire dal basso, dal pulito dello sport, dove rivedere magari si spera non solo il tempo di una stagione calcistica, un sistema calcio meno sistema e più giudice rispettoso dei regolamenti per un corretto svolgimento di una libera competizione. Forse si sta aprendo anche nel calcio il tempo nostro e quindi di ognuno, dove i valori veri prendono il soporavvento e dove l'essere forti non diventa più handicap di un sistema limitato e corrotto ma espressione dell'orgoglio fiducioso di un popolo forte ed onesto. Il Toro sta tornando, ci troviamo col Toro primo in classifica, con la Primavera che ha battuto i cugini e vola dritta nei play offs e con la Juventus prima squadra che veleggia tranquilla sulle ali di un inedito quanto fasullo vittimismo verso lo scudetto ennesima beffa al reale che avanza ovunque.
La voglio, la rivoglio questa serie A con Noi ad indossare la casacca dei giusti e con le "chances e le possibilità cui questo ruolo compete, riproporre l'antico scontro, perchè Noi siamo gli unici che possono batterli veramente, Noi che abbiamo il germe sano della libertà, Noi specchio involontario nella nostra spensierata sete di vita dove gli altri si vedono per quello che sono: poveri nell'inutile culto della propria vanagloria, tutto questo, lo ripeto, magari con la collaborazione di un calcio più pulito e liberato dalla logica del privilegio, dopo anni di purgatorio dove ci avevano rinchiusi per timore di un contradittorio onesto.
Ci aspetta forse una serie A: senza Genoa, Atalanta, Lazio eccetera ma con Noi senza tutta la tribù barese di Ventura: da Guberti a Parisi, Vives, Masiello, lasciando andare l'inpalpabile Meggiorini, forse ci sarà una ripartenza totale anche per il tecnico di Cornigliano affidandosi all'avventura di concerto con la Società per confezionare un vero Toro, sulla parte buona del gruppo forgiatasi quest'anno senza affidarsi ai suoi caporali di ieri, c'è aria di Toro che cresce sul recente seminato, ma tutto nuovo, tutto granata.
Si c'è aria nuova che si intravede nell'aria carica di pioggia e pulizia e sono smanioso di vivere questo momento di cambiamento, forza andiamo a vincere che non è mica finita lì.