L'orgoglio granata è tornato: che la festa cominci!
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Non è presunzione o una questione di fare del Modena l’agnello sacrificale e cucinarlo per papparselo, vista l’ora della partita di domenica alle dodici e trenta, ma il Toro ha una voglia irrefrenabile di serie A, di uscire da un incubo, tre anni di cadetteria, che non può far altro che battere i canarini. Battere il Modena è l’urlo liberatorio che sgorgherà come un fiume in piena che travolge per spazzare via il proprio recente passato, non l’avversario. Ai giallo-blu nessuno si sogna di chiedere di fare gli sparring partner, vengano a fare la loro partita, ci mancherebbe, ma si uniscano alla festa inebriandosi della gioia granata, farà bene anche a loro, li renderà partecipi di un giorno speciale arricchendoli di forza positiva.
Ventura lo ha detto molte volte che bisogna sempre ricordare da dove si è partiti: l’ultimo trofeo vinto dal Torino è la Coppa Italia nel 1993, diciannove anni fa, da allora tre stagioni in A (8°, 11° e 16° posto) seguite da tre di B (8°, 5° e 2°), poi un’altra in A (15°) e una in B (1°) ed ancora due in A (11° e 18°) e due in B (12° e 3°), il fallimento e ancora un’altra stagione in B (3°) seguita da tre in A (16°, 15° e 18°) e infine le ultime tre in B (5°, 8° e si spera 1°). Un percorso che avrebbe minato per sempre molti, ma non la gente del Toro che non ha mai smesso di pretendere un futuro diverso, senza mai chiedere la luna, però volendo semplicemente poter tenere la testa alta con dignità. Dignità che ai tifosi non è mai mancata, ma che non sempre altri hanno avuto.
Il tifoso granata è passionale, molto più di altri, quindi vive gli eventi, positivi e negativi, sempre con grande intensità. Alla squadra e a chi l’allena chiede solo impegno e determinazione, alla società chiarezza e programmazione. A fronte di ciò che chiede è pronto a donare tutto se stesso. La festa di domenica è solo l’assaggio di ciò che potrà esserci in futuro: uno stadio pieno, tutto granata e pulsante di gioia e amore. Uno stadio che, se anche non è di proprietà, ogni riferimento allo Juventus Stadium è assolutamente voluto, non è secondo a nessuno e non avrà nulla da invidiare, ma avrà da essere invidiato.