La pareggite di Nicola, l'ennesimo risultato utile di Ballardini: Torino-Genoa finisce a reti bianche
Fonte: P. Matrone per Tmw
Adesso lo si può affermare con certezza: il Torino è affetto da 'pareggite' acuta. Sempre meglio che perdere, certo, ma contro il Genoa arriva il quinto pareggio di fila (non accadeva dal 2009, quando in panchina c'era Novellino) e l'undicesimo del suo campionato (almeno 4 più di ogni altra squadra in Serie A). Non è Davide contro Golia, ma Davide contro Davide: Nicola da un lato, Ballardini dall'altro, entrambi subentrati in corsa in sella a granata e rossoblù. E alla fine si equivalgono, dando vita ad una partita brutta, senza grosse emozioni, con appena cinque tiri in porta e una sola palla gol in tutto il match. Un pari che, forse, accontenta entrambi. Sicuramente il Genoa, ma anche il Torino. Il "Bravi", urlato da Nicola a fine partite, ne è la prova.
Le scelte di Nicola. Rispetto alla partita con l'Atalanta il Torino vara un solo cambio di formazione: Ansaldi viene preferito a Murru a sinistra, mentre per il resto sono confermati tutti, compreso Lukic che vince il ballottaggio con Baselli. Nonostante gli errori grossolani di Bergamo, tra i pali c'è ancora il titolare, Sirigu, non com'era accaduto durante la gestione Giampaolo. In difesa Davide Nicola conferma il terzetto Izzo-Nkoulou-Bremer, lasciando Lyanco ancora in panchina. In attacco altra chance per Zaza accanto a Belotti, con Bonazzoli e Verdi di nuovo tra le riserve. Per il resto governano le difese: quella del Torino che ingabbia ancora Destro poco prima della mezzora, quella del Genoa che contiene di nuovo Belotti poco dopo.
Le scelte di Ballardini. Senza lo squalificato Badelj, Davide Ballardini sceglie l'opzione più giovane per sostituirlo: Rovella, titolare in cabina di regia con Zajc e Strootman ai suoi lati. In difesa torna Masiello dopo un affaticamento muscolare che l'aveva bloccato con il Napoli ed è subito titolare, superando Goldaniga in extremis, con Radovanovic e Criscito confermati. Shomurodov è di nuovo in gruppo, ma parte dalla panchina perché Pandev, dopo la doppietta al Napoli, è on fire e Destro ad oggi risulta inamovibile. Invariate invece le corsie con Zappacosta a destra e Czyborra a sinistra.
Organizzazione. E' la parola d'ordine che ha arricchito il vocabolario di Torino e Genoa da quando ci sono stati i rispettivi cambi in panchina. Ed è il mantra dei primi minuti del match, bloccati dagli schieramenti speculari delle due squadre. Regna l'equilibrio al Grande Torino. La prima palla gol - ma chiamarla così è una forzatura per la distanza dalla porta - capita sulla testa di Destro, che spedisce però alto.
Infortunio e una sola palla gol. Per i granata risponde il solito Belotti, chiuso al momento del tiro a botta sicura da Goldaniga, subentrato poco dopo il quarto d'ora a Criscito, fermato da una distorsione alla caviglia, conseguenza di uno scontro di gioco con Zaza. Il primo tiro in porta arriva al minuto 43, l'autore è Czyborra, ma Sirigu è attento e non si fa sorprendere da una conclusione centrale. Un primo tempo caratterizzato dall'agonismo ma non dalle palle gol si chiude, di fatto, così: senza grosse emozioni.
Momento di vivacità. La partita diventa più interessante nella ripresa. Comincia meglio il Toro, ma è del Genoa la più grande occasione. Dopo dieci minuti è Zappacosta a caricarsi la squadra sulle spalle, esplodere un destro velenoso da fuori e centrare in pieno la base del palo. Calciano solo gli esterni. Dopo Czyborra e Zappacosta, tocca ai granata con Ansaldi, che non impensierisce più di tanto Perin. Succede tutto nel primo quarto d'ora di secondo tempo, poi la partita piomba di nuovo nella noia dei primi quarantacinque minuti.
Solo agonismo. Da qui in avanti c'è tanta intensità in campo, proprio come nel primo tempo. Ma quasi nessuna chance da rete, proprio come nel primo tempo. Una punizione calciata alta da Belotti, una conclusione da fuori di Lukic che termina abbondantemente fuori, qualche ripartenza del Genoa finalizzata male dagli attaccanti. E basta. Anche la solita girandola di cambi non modifica le cose, così si resta sullo 0-0 fino alla fine.