La rabbia di Cairo: "«Chievo-Bologna da ufficio inchieste
Fonte: gazzetta dello sport
Il Genoa quattro anni fa era in C, oggi festeggia l'ingresso nella Europa League (ex Uefa), il Toro dopo due salvezze consecutive alla penultima giornata in pratica saluta la A. La speranza di salvezza è davvero esile... E al fischio finale di Saccani si scatena la rissa, un'ignobile gazzarra con caccia all'uomo, un match di pugilato con Pisano peso mosca, un gancio a segno sul volto di Olivera, un calcio al portiere Rubinho che in precedenza aveva atterrato Colombo, colpi proibiti dati e presi tra granata e genoani. La scintilla, il gesto di «silenzio» con il dito di Thiago Motta accompagnato da una parolina verso il granata Diana, seduto in panchina, a pochi secondi dalla fine. Questa la replica di Thiago Motta: «Il mio gesto era rivolto a uno della panchina, per tutto il secondo tempo ha chiesto ai suoi compagni di spaccarmi la gamba. Volevo solo dirgli zitto e lasciaci giocare».
Ufficio inchieste - Benzina sul fuoco le dichiarazioni a fine partita a Verona della presidentessa del Bologna, Francesca Menarini: «Col Chievo non ci siamo pestati i piedi». «Davvero ha detto così?». Il presidente del Torino sorride amaro: «Hanno parlato tanto in settimana sulla regolarità della nostra partita, la loro è da ufficio inchieste, noi i piedi ce li siamo pestati» le parole di Cairo. Che condanna i protagonisti della rissa, «nata però da una provocazione di Thiago Motta». «Siamo a pari punti con il Bologna — aggiunge il presidente del Torino — se il Catania se la gioca e onora il calcio come ha fatto il Genoa e noi facciamo la partita della vita a Roma tutto è possibile, io non mi rassegno...».
Favori Nulla da dire sull'avversario: «Hanno fatto la loro partita, noi non abbiamo mai chiesto favori a nessuno» il commento di Cairo. Composto Gasperini. «Non se la prendano con noi. Auguro al Toro di tornare in Europa entro tre anni. Il mio futuro? Resto a Genova, fino a quando non lo so».