Leggo - Il Torino prova già la prima fuga
Fonte: www.leggo.it
Primato e record: com’è cambiata la musica in casa Toro. A Brescia per vincere, mantenere la testa della classifica – con la possibilità di staccare il Frosinone, coinquilino dei piani alti, che giocherà in trasferta a Lecce – e continuare la serie di vittorie consecutive, che già rappresentano il record della gestione Cairo.
Il direttore d’orchestra Colantuono studia bene lo spartito per non steccare: esaltato dall’avvio sprint, vuole tutto e subito. Vuole continuare a macinare tre punti ogni novanta minuti. Vuole entusiasmare: i tifosi e il suo datore di lavoro. Vuole lasciare un segno indelebile nella storia granata. Infatti, mai la squadra allestita dall’editore alessandrino era partita così bene. Due vittorie figlie di due rotondi 3-0.
Per ritrovare una partenza a razzo, bisogna scomodare i fantasmi, cioè l’ultima squadra di Cimminelli, cinque anni fa. Con Ezio Rossi in panchina, quel Toro battè prima il Verona (in casa) e poi l’Ascoli: anche allora fu una pioggia di gol, sei: ma anche uno subito, da Sorrentino all’esordio. Sereni è illibato. Quel gruppo arrivò a cinque vittorie di fila: capitolò contro il Crotone di Gasperini, già indigesto ai granata, nel quale giocava un giovanissimo Vantaggiato. Brescia è dunque “solo” una tappa per la storia: ma fondamentale. E’ il primo scontro contro una diretta concorrente per la promozione. Nell’ultimo campionato le “rondinelle” contesero in finale play-off l’ultimo posto utile al Livorno.
Per Colantuono, che ha allenato per due stagioni l’Atalanta, sarà come un derby: e non è un caso la designazione dell’internazionale Rocchi per una sfida già dal sapore di serie A. Quante analogie con l’“altro” Toro. Bianchi-Di Michele ricordano gli “altri” gemelli Quagliarella e Marazzina - senza scomodare gli inarrivabili Pulici e Graziani - anzi con cinque gol in 180’ hanno già fatto meglio.
Il Torino si specchia di fronte al suo recente passato e di colpo si ritrova più bello. Il popolo sogna, in duemila sono in partenza per la Lombardia, destinazione lo stadio intitolato a Mario Rigamonti, il grandissimo difensore dello squadrone sparito sessant’anni fa a Superga, Ritrovato l’orgoglio, ora si tratta di battere anche il Brescia.
Francesco Manassero