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Leggo - In fuga dal Torino sponsor e giocatori

di Marina Beccuti
Fonte: www.leggo.it

Un “vertice” scacciacrisi. Cairo e Foschi si rivedono questa mattina a Milano dopo quattro giorni e provano ad allontanare l’incubo di un club decimato dalle partenze e senza sponsor. Il Torino è ad un bivio e non si escludono sorprese clamorose. Questo, mentre riprendono con insistenza voci su contatti per la vendita della società: sarebbero pronte un paio di cordate.


La grande fuga è il conto salatissimo - e per certi versi inevitabile nel calcio della televisione a pagamento dove tutto ha un prezzo: e con la separazione delle leghe, dal 2010 la serie B sarà ancora più povera - che il nuovo padrone di casa, la serie B, ha portato sul tavolo granata. Lo scherzetto del Genoa costa (costerà) almeno quarantacinque milioni alle casse del Torino. Venticinque di mancati diritti tv, che incidono per il 75 per certo della forza di un club: un danno di per sè gravissimo. Otto a causa della rescissione - o del mancato rinnovo - dei contratti dei brand che quest’anno hanno addobbato la maglia.


Non soltanto Renault Trucks, che garantiva due milioni a stagione e aveva stipulato un triennale, ma solo in caso di permanenza in serie A. Anche Reale Mutua, ora second sponsor, che ha seguito Cairo fin dalle origini, e Beretta. Nel gruppo si è accodato Seat, sponsor istituzionale: tutti e tre difficilmente rinnoveranno.


Il resto del rosso sarà dovuto ai mancati introiti sui biglietti (con gli abbonati, il Toro ha fatto in media trecentomila euro d’incasso: in B sarà un terzo) e all’abbattimento del valore del parco calciatori. Già: ma quanti resteranno davvero?
Oltre ai sei in scadenza (Fontana, Di Loreto, Franceschini, Corini, Stellone e Ventola), difficile prevedere un futuro in granata anche per Abate (Milan), Natali (Roma), Pratali, Dzemaili (Roma, Fiorentina e Napoli) e Saumel (Chievo). In stand by Rosina, Bianchi e Sereni: almeno uno sarà sacrificato, se si troverà un club disposto a spendere un milione solo per l’ingaggio di un fresco retrocesso.

 

Francesco Manassero


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