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Lippi: "Torino non è una città razzista"

di Raffaella Bon

Marcello Lippi prende le difese della città che lo ha visto protagonista per anni sulla panchina della Juventus. Dopo il brutto episodio che ha coinvolto la tifoseria bianconera durante la gara con l'Inter, il commissario tecnico della Nazionale è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss facendo il punto della situazione sul razzismo: "Non è vero che non si riesce ad uscirne. A parer mio questo problema è molto minore rispetto a come è stato presentato. Se il problema fosse puramente razzista, non vedo perché non avrebbero dovuto gridare qualcosa a Muntari o a Vieira, che hanno il colore della pelle esattamente uguale a Balotelli. Evidentemente, ci sono altre cose. Torino non è mai stata razzista, ci sono dei cori nei confronti di calciatori bianchi che sono molto molto peggio di altri cori. E’ un problema di ignoranza, di cultura, in certe situazioni si vuole offendere qualcuno indipendentemente dal colore della pelle".

Le dichiarazioni rilasciate ieri da Platini, dovrebbero portare a una decisione coraggiosa per evitare altri episodi come quelli di Torino: "Sono d’accordo con Platini - prosegue Lippi - Bisogna sospendere per dieci minuti una partita per far riflettere, ed eventualmente sospenderla definitivamente in caso di prosecuzione dei cori, credo sia giusto. Occorre seguire le norme della buona educazione e della civiltà. Dentro gli stadi succede ben poco oramai, al di la di quanto accaduto in Juventus-Inter. Bisogna partire dalle scuole, dai bambini, per un processo sano di educazione civica. La Nazionale? Non convoco i giocatori in base al colore della pelle. Forse qualcuno dimentica che ho già convocato Santacroce, quindi è già successo. Un calciatore va convocato quando lo merita sul campo grazie alle sue qualità e non per altri motivi".

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