Moreno Longo: "Fatico a vedere Belotti lontano dal Toro"
Intervistato da CM.it TV, Moreno Longo, fresco di storica promozione in Serie B sulla panchina dell'Alessandria, a ben quarantasei anni dall'ultima volta in cui i grigi se la giocarono nella categoria cadetta, ha parlato ad ampio raggio, inclusi numerosi riferimenti al proprio passato granata, e alla situazione di casa Toro:
"L’Alessandria mi aveva chiamato per cercare di iniziare un percorso, un progetto che doveva essere a lungo termine, e invece ci troviamo qui dopo cinque mesi a celebrare una promozione incredibile per come è arrivata. La città aspettava questa promozione da 50 anni, e riportare i ‘Grigi’ in Serie B ha fatto felici tante generazioni: ho visto diversi 80enni piangere di gioia, perché pensavano di non rivedere più l’Alessandria in B.
I momenti migliori della mia carriera da tecnica? A parte naturalmente questa storica promozione, voglio sottolineare anche la vittoria dello Scudetto con la Primavera del Torino, perché riportare lo scudetto a Torino dopo 23 anni lo posso paragonare anche a questi due successi importanti. Tutte queste vittorie sono state contraddistinte da un percorso di duro lavoro, perseveranza e sacrificio. In tutti questi casi non eravamo i favoriti e abbiamo dovuto scalare le gerarchie. Quel Palermo era molto forte, e la stessa Lazio della Primavera era ricca di giocatori che ora calcano palcoscenici di Serie A e Serie B. Da quando siamo bambini facciamo tutto per vivere questi momenti, che sono eccezionali.
Detto oggi potrebbe suonare scontato e banale, io credo che tutto sia nato dall’esserci stata una grandissima empatia tra la società e il sottoscritto. Il presidente Di Masi e la dirigenza mi hanno trasmesso tanta energia e fiducia. Per noi allenatori, che non siamo solamente dei tattici ma anche dei comunicatori, per trasmettere queste emozioni bisogna sentirle dentro lo stomaco. Io credo che le scelte vadano fatte qualche giorno dopo la sbornia dell’entusiasmo o della delusione, perché c’è sempre bisogno di grande lucidità. La mia intenzione è quella di continuare con l’Alessandria, poi nei prossimi giorni mi incontrerò con la società e parleremo di futuro. Se ci sarà ancora intesa io sarò felicissimo di rimanere, anche perché il consolidamento dell’Alessandria in cadetteria sarebbe una grandissima sfida e mi piacerebbe molto. Ribadisco, non è mia intenzione lasciare ma è giusto che ci sia un confronto con la società. La prossima sarà un’annata stimolante e bellissima per l’Alessandria, ma allo stesso tempo bisognerà affrontarla con grande umiltà. Doppio salto? Io non pongo mai limiti a nulla. Il nostro percorso è iniziato solamente poco più di cinque mesi fa, per cui ci vuole del tempo e non ho la presunzione di dire nient’altro. I calciatori sono stati i protagonisti di questa cavalcata.
Quando vedo la Nazionale mi diverto e questo divertire è un po’ la chiave di quello che si respira anche al di fuori dell’ambiente Azzurro, con la formazione di questo gruppo per la quale va dato grandissimo merito al nostro CT. Vedo anche un gruppo giovane, che dà brillantezza, entusiasmo e spensieratezza a tutta la squadra. È una squadra che diverte e che appassiona.
Belotti? Stiamo parlando di un grande giocatore e di un grande uomo. Faccio davvero fatica a vederlo con un’altra maglia e con un altro ambiente che non sia quello del Toro, perché ne rappresenta pienamente i valori. Capisco però anche il professionista, che magari vuole palcoscenici più importanti; sarà una scelta di stomaco.
Marco Rossi? È un altro allenatore italiano che sta dimostrando grandissime cose fuori dal nostro Paese. E conferma il fatto che in Italia ci sono grandissimi tecnici. Euro 2020? Ero immerso nei playoff e fino ad oggi non ho guardato con grande attenzione le altre, ma credo che i valori di squadre come Francia, Portogallo, Germania e le altre poi vengano fuori. Io credo che con questo cambio generazionale ci possiamo togliere grandi soddisfazioni, in termini di scena calcistica nazionale”.