Nel Toro D'Ambrosio, Garofalo e Pestrin non accenderanno la fantasia dei tifosi come Di Michele, Diana e Pisano (che hanno giocato in Europa e anche vestito la maglia azzurra), ma i granata del nuovo corso, che hanno bandito i nomi e scelto di puntare su gente affamata e con grande voglia di emergere, sembrano davvero aver svoltato. Il successo sul Grosseto non è stato un fuoco di paglia, ad Empoli contro una squadra imbattuta tra le mura amiche e capace di vittorie anche molto larghe contro avversarie di rango, la squadra di Colantuono ha giocato alla pari per un tempo e nella ripresa ha saputo resistere, dopo l'espulsione di Gorobsov, senza ergere barricate o doversi affidare ai miracoli di san Matteo Sereni.
E' vero che sul risultato hanno pesato gli errori dell'arbitro Rizzoli, l'Empoli recrimina per un gol non convalidato e un possibile rigore al 90', ma anche il Toro ha avuto i suoi motivi per protestare (un possibile penalty su Zoboli e la fiscalissima cacciata di Gorobsov). La sostanza comunque dice che i granata hanno imboccato la strada del pragmatismo, che hanno abbandonato i frizzi e i lazzi per affidarsi a giocatori di sostanza, che ogni volta che scendono in campo danno sempre il 100%. In questo senso Manolo Pestrin è l'emblema della metamorfosi granata: l'ex centrocampista della Salernitana non si risparmia mai, corre per due, quando serve usa le maniere forti e non arretra di un solo centimetro. In attesa che Matteo Rubin superi lo choc della perdita della madre, a sinistra il Toro ha scoperto di avere un elemento affidabile con Garofalo, che a Siena faceva fatica a trovare spazio, mentre in granata si è disimpegnato come un veterano, malgrado si fosse aggregato ai compagni da meno di 48 ore.
La verve del Colantuono bis e la voglia di affermarsi dei nuovi ha contagiato anche i compagni più indolenti, visto che nelle ultime due partite si è visto correre e lottare Leon come mai l'honduregno aveva fatto nei primi quattro mesi in granata. Dopo il k.o. di Vicenza prima di Natale, l'ex genoano aveva detto di volersene andare alla svelta, adesso è l'uomo di fantasia che sa accendere la squadra, peccato che Gasbarroni lo abbia sorretto poco, specie dopo l'uscita di Pià. Lecce e Sassuolo sono virtualmente a +11 sul Toro, la serie A diretta sembra un'utopia ma la zona playoff è a quattro punti: dopo la sosta il confronto col Brescia sarà un esame da non fallire per rimanere agganciati al treno che conta. Aspettando che il mercato regali un paio di nomi pesanti, ad iniziare dai gettonatissimi Genevier e Ferreira Pinto.