Papadopulo:"Mi sento salvo al 50 per cento"
Fonte: dire
«La partita tra Torino e Genoa ha cambiato un pò le sorti di questa corsa per la salvezza. Ma io mi sento salvo al 50 per cento. L'altra metà è del Toro, una società altrettanto gloriosa. Purtroppo una delle due dovrà lasciare questa categoria...». Giuseppe Papadopulo aspetta prima di cantare vittoria. Domani al Dall'Ara contro il Catania, il suo Bologna deve vincere a tutti i costi, vanificando così ogni possibilità di salvezza del Torino impegnato a Roma. Rossoblù e granata sono appaiate a al terzultimo gradino con 34 punti, ma i bolognesi sono favoriti dagli scontri diretti. «Sappiamo di aver profuso un grande sforzo in queste settimane, ma domani dobbiamo mettere in campo lo sforzo maggiore- le parole del tecnico rossoblù- Non sarà una partita facile, ma del resto non era facile nemmeno fare risultato a Torino e a Verona o mettere sotto il Lecce e il Genoa. Ci darà una mano la Bologna sportiva, che ancora una volta si è mobilitata in massa per darci una mano: è successo anche nelle partite precedenti e questi ci ha dato la forza di credere di poter ribaltare un risultato anche al 94', come in effetti è successo. Per noi sarà un pò come l'ultima di una serie di finali che ci hanno visti protagonisti nel tentativo di raggiungere l'obiettivo a cui volevamo arrivare. Sono state settimane lunghe e impegnative anche perchè abbiamo dovuto far fronte a situazioni che non erano preventivabili, come alcuni infortuni. Il gruppo, comunque, è compatto, coeso e determinato. Abbiamo i connotati giusti per arrivare all'obiettivo. La squadra sta bene, si è anche alleggerita la testa da qualche domenica a questa parte e di conseguenza anche le gambe sono diventate più mobili». Poi un occhio al Toro, ancora infuriato dopo la sconfitta col Genoa e le sette squalifiche: «Non sono molto turbato dalle dichiarazioni di Cairo- prosegue Papadopulo- Siamo protesi al campo, non alle cose di contorno. L'esperienza mi porta a credere che, quando all'esterno si parla troppo, sia meglio tacere e lavorare non con la bocca ma con i fatti. Cosa mi aspetto per Roma-Torino? Ogni partita ha una storia a sè e non vorrei addentrarmi troppo in una gara che ci interesserà, ma solo dopo il fischio finale. Siamo protesi ad ottenere il massimo da questa partita e, se lo dovessimo ottenere, non ci sarebbe interesse a sapere cosa sia successo a Roma. Il Torino ha molto giocatori squalificati, ma quelli che andranno in campo forse potrebbero dare di più proprio per il fatto di essere stati maggiormente ai margini durante il campionato». Guardando alla propria formazione, poi, Papadopulo non prepara sorprese. Soprattuto in difesa, dove dovrebbe essere confermato il trio Zenoni-Castellini-Lanna. «Credo comunque che Terzi possa essere a disposizione domani, ma non ne sono certissimo. La decisione è rimandata a domani- spiega l'allenatore dei bolognesi- Britos fa parte del gruppo, ma si è allenato poco. Penso sia da prendere in considerazione solo in caso di emergenza. Un difesa, comunque, giocheremo a tre e la scelta cadrà sulle valutazioni del lavoro settimanale e sulla base delle caratteristiche degli avversari, ma questo vale per tutta la formazione. Negli altri reparti, abbiamo recuperato due centrocampisti che ci erano mancati nell'ultima partita, mentre abbiamo perso purtroppo per un lutto familiare Adailton. Il gruppo è sereno, concentrato, determinato e voglioso di tagliare il traguardo domani con una buona prestazione». Se sulla mediana dovrebbero trovare posto Marchini, Volpi e Mudingayi, in linea con Mingazzini e Valiani, in avanti sarà Osvaldo a giocare alle spalle di Di Vaio. L'attaccante romano è a un passo dalla conquista del titolo cannonieri, ora conteso a quota 23 reti con Ibrahimovic. Peccato Lippi non lo abbiamo convocato in Nazionale: «Ho un grande rapporto di amicizia con Lippi- racconta Papadopulo- quando mi troverò con lui avrò modo di richiamarlo ad avere più attenzione in queste convocazioni. Marco, per quello che fatto e rappresentato in campo e fuori, avrebbe meritato la convocazione. Il giudizio di Lippi è sovrano ma, in tutta franchezza e amicizia glielo ricorderò».