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Petrachi: "Giocare tre partite di fila non è facile"

di Giulia Borletto
Fonte: La Stampa

Lingua a penzoloni e poche forze in corpo, ma tanta fame e un'infinita voglia di caricare a testa bassa per una nuova rimonta. Il Toro si lecca le ferite post-Piacenza, un pareggio che ha il gusto della sconfitta per classifica e morale dei tifosi, ma non molla la presa e punta a giocarsi il secondo posto fino all'ultimo secondo della stagione regolare. "Siamo vivi e siamo consapevoli del nostro valore" esorta Gianluca Petrachi, "e per questo la nostra gente deve essere ottimista: c'è un gruppo compatto che va dalla stessa parte e ha la benzina per fare queste sette finali".

Anche se troppi giocatori sono al limite per un girone di ritorno fatto ai cento all'ora. Bianchi è insostituibile, D'Ambrosio adesso deve essere centellinato, Gasbarroni e Leon sono giù di forma, Genevier non può rifiatare e complessivamente il motore della squadra in certi contesti appare ingolfato. "Giocare tre partite in una settimana non è facile e costa tante energie" analizzava Stefano Colantuono dopo l'amaro 1-1 casalingo, "ma abbiamo fatto la partita e nel primo tempo il nostro predominio è stato netto". Un richiamo di preparazione sarebbe folle e controproducente, anche perché adesso il lavoro va alleggerito e le forze fresche (Salgado, Coppola, Scaglia) potranno tornare utili insieme al rientro di Garofalo (ancora dieci giorni fuori) e Pestrin


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