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PLATINI «Avanti con i 5 arbitri Magari in Italia...»

di Raffaella Bon
Fonte: gazzetta

Dai golfisti impegnati sul green, la presenza di Michel Platini dice poco. Eppure in questo minuscolo paese termale nel nord della Slovenia, il presidente dell'Uefa, i funzionari della Fifa e un gruppo di arbitri si sono incontrati per fare il primo, importante, punto della situazione sull'esperimento dei «giudici di porta», dopo il battesimo di Ptuj con tre padrini italiani: Rizzoli, De Marco e Saccani. Fino a dopodomani altri test nelle gare di qualificazione per l'Euro Under 19, ma è già ora di bilanci. Molto positivi. Gli arbitri hanno gradito l'innovazione. Platini anche. E non poteva essere diversamente: è stato lui a insistere su questa strada, «vincendo» le resistenze di Blatter.
Allora, presidente, è soddisfatto?
«Molto. Siamo di fronte a una buona idea che non stravolge il modo di arbitrare, come accadrebbe con la moviola, ma può ridurre di tanto gli errori. Specie quelli in area di rigore. Il concetto è ovvio: in cinque si vede meglio che in tre».
Gli arbitri utilizzati nel test la pensano come lei?
«I giudizi sono stati buoni. Rizzoli era entusiasta: contare su due colleghi in più è rassicurante. Sui giocatori, invece, può avere l'effetto opposto ».
Ci spieghi.
«Semplice: quasi tutti i calciatori hanno più o meno imparato a barare. E' nella natura dell'uomo. I tifosi se ne sono accorti solo di recente, con la moviola. Ecco, per un giocatore vedere un arbitro nei pressi della porta può servire da deterrente. Su simulazioni, trattenute e colpi proibiti».
Come la mettiamo con i costi dell'operazione?
«Mah, non vedo il problema. Nessuno pretende che la novità sia estesa a tutti i campionati. Ognuno valuterà nel proprio territorio, fermo restando l'omogeneità nelle grandi competizioni ».
Ci saranno delle cose da limare?
«Certo, siamo solo all'inizio. Gli esperimenti servono a questo. Gli arbitri dovranno perfezionare movimenti, competenze e comunicazioni con l'auricolare. Ci vorrà del tempo, ma ci premeva avere una risposta dal campo. E' arrivata: i vantaggi sono evidenti».
A proposito di tempi: a quando i cinque arbitri in via definitiva?
«Non mi sbilancio, c'è di mezzo la politica. Sia chiaro: noi porteremo avanti questa novità, perché la riteniamo utile. Ci crediamo fortemente. Poi spetta a International Board e Fifa dare l'ok finale. Ma voglio restare fiducioso, anche perché sono stufo».
Di che cosa, presidente?
«Di essere insultato dai tifosi che mi dicono "Non fate nulla per evitare gli errori dei direttori di gara". La gente non guarda più la partita, ma si preoccupa dell'arbitro. Certo, i giudici di porta non risolvono tutti i problemi, ma sono un bel passo avanti. Le faccio due esempi: la finale mondiale del 1966 e del 1990, in Italia, sono state decise da due episodi dubbi. Il gol fantasma dell'Inghilterra e il rigore dato alla Germania. Probabilmente con un arbitro fisso in area, il risultato sarebbe stato diverso. Ieri (venerdì, ndr) in Slovacchia- Armenia è stato fischiato un rigore visto proprio dal giudice di porta: aveva la prospettiva migliore, mentre l'arbitro che seguiva l'azione da dietro, non era certo del fallo».
Le prossime mosse?
«Immediate. Domani (oggi,
ndr) vedrò il match diretto da De Marco accanto al quarto uomo: con l'auricolare ascolterò le comunicazioni degli arbitri. Sa, l'italiano ancora lo capisco. Poi continuiamo a sperimentare nei prossimi mesi, sempre nelle qualificazioni all'Euro Under 19 in Ungheria e Cipro. Test in gare più importanti? Sarà un passaggio necessario. Spero di avere l'aiuto delle federazioni. Sarebbe bello e molto utile se Collina e l'Aia chiedessero il permesso di provare i giudici di porta. Magari in coppa Italia ».