Playoff, la terza è sempre la favorita
Fonte: www.sportitalia.com
Brescia, Sassuolo, Torino e Cittadella. Sono queste, in rigoroso ordine di classifica, le quattro formazioni che si contenderanno attraverso i playoff il posto rimanente per l’ascesa in serie A e raggiungere così le già promosse Lecce e Cesena. Già, l’ordine di classifica, la discriminante che ha deciso ogni singolo confronto diretto nella post-season cadetta, da quando è stata introdotta, nel 2005.
Da regolamento, chi ha un piazzamento migliore usufruisce di un gol di vantaggio nell’economia del doppio confronto, sia in semifinale che in finale. Particolare, questo, che ha sempre giocato un ruolo decisivo. E’ stato così soprattutto nelle prime due edizioni, che hanno visto prevalere il Torino ai danni di Perugia e Mantova al termine di due finali talmente equilibrate da vivere l’epilogo nei tempi supplementari. In entrambi i casi, proprio in virtù del miglior piazzamento in classifica, ai granata è bastato non subire gol nell’ultima mezzora per salire di categoria. In mezzo ai due trionfi del Toro c’è stato l’unico campionato privo della coda supplementare, quello dominato da Juventus, Genoa e Napoli che hanno superato i 10 punti di vantaggio sulla concorrenza e, sempre da regolamento, ottenuto direttamente la promozione senza passare dai playoff.
Nel 2008 si sono ritrovate in finale Lecce e Albinoleffe dopo aver eliminato rispettivamente Pisa e Brescia e il successo finale è andato ai salentini, che dopo aver vinto in trasferta a Bergamo hanno pareggiato al Via del Mare. Infine l’anno scorso la festa è toccata al Livorno, che dopo essersi aggiudicato in rimonta la semifinale col Grosseto ha strapazzato in finale proprio il Brescia, che quest’anno si ripresenta per il terzo anno consecutivo, il primo da favorita.
Nelle quattro edizioni fin qui disputate, a salire in A è sempre stata la terza classificata e sempre battendo la quarta in finale. Un cammino fin troppo lineare e scontato. Andrà così anche quest’anno? E’ quello che si augurano vivamente a Brescia, dove si sta ancora finendo di smaltire una cocente delusione e si spera di non doverne sopportarne subito un’altra.
Fabio Casati