Quando al Toro c'era un capitano... speciale
Quando si parla di capitani, uno in particolare emerge, non si può parlare del capitano dei capitani, perchè nessuno può eguagliare Valentino Mazzola, ma Giorgio Ferrini è subito dietro a lui. Perchè Ferrini ha portato la fascia con tanto onore e determinazione, perchè davvero si è sempre caricato la squadra sulle spalle. Era un Toro diverso, un calcio diverso, quando si viveva ancora lo sport con un certo romanticismo, quando i propri beniamini restavano sempre con la stessa maglia, diventando l'emblema di una storia, di un periodo, di una squadra intera.
Così è stato Giorgio Ferrini, triestino coriaceo, ma torinese d'adozione, cui oggi ricorrono 42 anni dalla sua scomparsa. Non si può dimenticare la lunga coda che si formò al Filadelfia, dove fu allestita la sua camera ardente, l'orchidea di Dino Zoff, e gli occhi lucidi di tutto il popolo granata (e non solo), che viveva un'altra delle sue tante tragedie.
Ferrini sfiorò lo scudetto e lo vinse come vice di Gigi Radice. Nel frattempo arrivò la malattia che lo portò via a soli 37 anni. Ma il suo mito continua a vivere dentro al ricordo indelebile di un popolo che si è sempre rialzato per non dimenticare i suoi campioni.