.

Quelle maledette scommesse che trasformano il calcio...

di Marina Beccuti

Chi ama questo sport e lo segue anche per lavoro non può che rimanere sconcertato di fronte al nuovo terremoto sul calcio scommesse, che poi è sempre lo stesso copione, che aveva fatto parlare mesi fa, quando il calcio era andato in vacanza durante l'estate e adesso si ripropone nel periodo dello stop natalizio. Se ne parla quando non si gioca, in sintesi. Sia chiaro: sono tutti innocenti fino a che non ci sarà qualche condanna, anche se alla fine nasce sempre il dubbio che non si voglia mai andare a fondo nei giudizi finali, con processi fatti a volte in modo sommario per dare un contentino ai giustizieri (e magari condannare il più "sfigato" per salvare qualcuno più potente). Certo che se uno come Doni cerca di scappare quando sente che sta per essere arrestato, non sembra poi così tanto limpido il suo comportamento (e le testimonianze dei vari protagonisti danno l'idea che qualcosa di brutto dev'essere accaduto per davvero). Ma è una tristezza pensare che un giocatore del suo livello sia ora dietro alle sbarre come un comune deliquente in attesa di giudizio.

Agli occhi della gente sorge un rebus non tanto piacevole per i pedatori del weekend e anche di metà settimana: quanti di loro, oltre che ad essere calciatori, sono anche malandrini? Noi vogliamo credere che la maggioranza della gente che lavora nel calcio sia pulita, ma intanto si sta dando un brutto messaggio dello sport più seguito in Italia, che dovrebbe avvicinare i giovani a qualcosa di bello e divertente, soprattutto genuino, invece rischia persino di compromettere le persone che ne fanno parte. Ma quando oggi si parla di calcio crolla tutta la passione di un tempo: per i diretti interessati contano solo i soldi, nemmeno più il prestigio personale, l'orgoglio, la gioia di far sorridere un tifoso. La felicità, fittizia, è quella di avere la macchina lussuosa, il loft dove organizzare feste, la strafottenza di guagnare tanti soldi ed essere famoso con la gente che li idolatra per strada. Tutto questo il calcio glielo consente, ma a qualcuno non basta più e allora scommette, perchè più si spende e più sono necessari soldi extra contrattuali.

Non è nemmeno troppo lecito far girare l'enorme pubblicità che si trova ovunque sulle scommesse perchè, pur essendo legali, portano a puntare dei soldi su delle gare ed è proprio da qui che l'affare può ingigantirsi e diventare illegale. Personalmente non ho trovato nemmeno "etico" che il Torino fosse sponsorizzato da Sisal Wincity, che ha messo su una mega sala in Via Livorno, con gli abitanti del luogo che avevano protestato perchè contrari a questa attività. In sintesi, la maggioranza dei calciatori è pulita, ma visto quanto si allarga il filone sorge il dubbio che alla fine non sia stata proprio una minoranza coloro che scommettevano illegalmente. E non sembra affatto una bufala che si sgonfierà a breve... Anche perchè alcuni di loro sono recidivi e non hanno nemmeno avuto la decenza di fermarsi.


Altre notizie
PUBBLICITÀ