Rosina umiliato: errori, fischie poi anche la sostituzione
Fonte: La Stampa
Un'umiliazione così non l'aveva mai provata da quando indossa il granata e soprattutto porta la fascia di capitano. Sostituito nell'intervallo, non per problemi fisici ma per scelta tecnica, e dopo aver incassato per 45 minuti i fischi e i mugugni dei tifosi granata per una prestazione opaca e poco da Toro. Alessandro Rosina è scosso e sconvolto: non si aspettava così tanto astio, non pensava di essere il bersaglio preferito di una contestazione che evidentemente portava ancora le ferite per la sconfitta nel derby. Lui ha fatto in fretta ad ergersi come protagonista in negativo della partita con tanti errori, poca concentrazione e zero idee in attacco. Ma la reazione dell'Olimpico è stata inattesa e dura per Rosinaldo. Gianni De Biasi si è affidato al fantasista perché conosce le sue qualità e sa benissimo che gli uomini della «vecchia guardia» (cioè lui, Stellone ed Abbruscato) se chiamati in causa nelle partite delicate non falliscono. La fiducia, però, è stata controproducente: Rosina sembrava un fantasma in campo e non ha fatto la differenza. Anzi.
La presenza fin dal primo minuto del capitano del Toro ha spiazzato i tifosi presenti all'Olimpico: speravano di trovarsi Abate come esterno destro di centrocampo ed invece si sono riproposti la visione del Rosinaldo pasticcione del derby. Il mormorio di disapprovazione nei suoi confronti, alla lettura delle formazioni, si è poi trasformato in autentici mugugni dopo i primi istanti in campo (condito dal primo errore al primo pallone dopo 85 secondi) e in fischi sonori dopo 5 minuti. Colpa degli errori di Rosina e di una prestazione pessima che a suon di passaggi sbagliati ha fatto perdere la pazienza ai sostenitori. Come al sesto minuto dopo un dribbling assurdo e non riuscito, al 17' per un retropassaggio dal centrocampo a Calderoni o al 21' per un errore di intesa con Stellone che ha fatto esplodere i fischi di disapprovazione. Rosina è diventato in fretta il bersaglio, fin troppo facile da centrare, per tutti i malumori della gente del Torino per una prova opaca e così poco da Toro. «Eravamo troppo tesi», dice De Biasi. «Non avevamo fiducia in noi stessi», conferma Dzemaili. E così Rosina più scuoteva la testa e più scompariva dal campo.
De Biasi ha provato a rincuorarlo e caricarlo, ma alla fine anche il tecnico si è arreso all'evidenza. L'aver lasciato Abate in panchina (che non l'ha presa benissimo) si è rivelato un errore grave, rimediato prima dell'inizio dei secondi 45 minuti. L'ingresso dell'azzurrino al posto di Rosina è stato accolto da un applauso forte e sincero. Quasi liberatorio. E la differenza si è subito vista: più sprint, più offensività e più volate sulla destra. Non a caso il Toro ha cambiato il suo volto e nel giro di due minuti sono poi arrivati i gol di Amoruso e Stellone che hanno deciso la partita. Ora i tre punti potranno aiutare il Toro a recuperare il suo capitano. Il primo psicologo a venire in soccorso di Rosina è lo stesso De Biasi. «Intanto rifarei le stesse scelte - commenta il tecnico ancora teso per la partita - ma non diamogli la croce addosso e soprattutto ricordiamoci cosa ha fatto per il Toro». Dello stesso avviso è il presidente Cairo. «Rosina non ha bisogno di conforto, perché ha carattere e per noi è sempre importante. Il suo primo tempo non è stato all'altezza delle sue prestazioni, però si rifarà». A partire da domenica, a Genova contro la Samp vista la sicura assenza di Abate. Lì non potrà più fallire, anche se non ci saranno granata ad insultarlo. Solo perché la trasferta è vietata.