Rubinho ha deciso: "Al Toro a lungo"
Fonte: Tuttosport
Ribens Fernando Moedim, detto Rubinho, è contento di essere al Torino, non l'ha mai nascosto da che ha cominciato a vestire la maglia granata e continua a ripeterlo, come nella lunga intervista rilasciata al Tuttosport, edizione odierna. Non gli pesa nemmeno la serie B: "La vita è fatta di sfide. All’ultimo secondo di mercato è arrivato il Toro e io e la mia famiglia lo abbiamo subito sposato. Fare bene in questo club significherà avere un piccolo spazio nella storia di uno dei più grandi club del calcio italiano", ha capito subito la lezione. Il Toro è arrivato nella sua vita ad un quarto d'ora dalla fine del mercato: "Sino alle sei tutti dicevano che sarei finito alla Roma al posto di Doni. Poi alle sette meno un quarto mi hanno detto: contrordine, vai al Toro". Il brasiliano ha chiamato subito la moglie e dopo l'ok della sua consote ha accettato il trasferimento.
Rubinho aveva raccontato che suo padre l'unica sbornia la prese nel '76 quando il Toro vinse il suo ultimo scudetto. All'epoca lavorava all'Olivetti. Invece cosa farebbe Rubinho in caso di promozione? "Mi concederei anch’io una bella sbornia. E poi farei tornare José Elias, cioè mio papà, a Torino per prendere la seconda". Poi aggiunge a proposito del suo pensiero sul mondo granata: "Direi anche questo a mio padre: è solo da tre settimane che io sono qui, però ho già capito una cosa. Questa non è una squadra di calcio, ma una ragione di vita. Tutte le persone che ho incontrato in città mi hanno spiegato che il Toro è una scelta. Ecco perché è così forte il senso di appartenenza dei tifosi verso la squadra, ecco perché c’è tanta passione. A me piace tutto questo, anche quando si trasforma in pressione", non male per uno arrivato da appena un mese e che ha già sposato la causa del Toro.
"Dove mi vedo tra qualche anno? A Torino, e non lo dico per fare bella figura. Vorrei essere qui perché non mi sento di passaggio: ci vorrei restare e anche per un bel po’. Mia moglie è stilista, qui ha la possibilità di studiare, di crescere, siamo nella città del design".