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Scommesse sì, scommesse no?

di Marina Beccuti
Fonte: Andrea Morè, Toromio

Penso a Pellicori che è l'unica ipotesi di contataminazione interna, per Noi Granata, con questo mondo e devo dire che quel ragazzo mi pareva un "bunom" (poveraccio), e gli facevo il tifo forte in piena pratica di compassione buddista e "Pietas granata".
Ammettendo che un panchinaro restato tre mesi sotto l'ombra della mole abbia potuto dirigere e condizionare uno spogliatotio intero, si tratterebe solo di un "biscottino senza denaro"quello che toccherebbe il Toro, ma non posso non pensare che tutto questo non sarebbe mai successo nel Toro dei Mondonico, dei Cozzolino e dei Vatta ed è vero che l'aver scialacquato un tale patrimonio è stata follia pura.


Mi rallegra invece il fatto che "l'Uomo di Cornigliano" insieme a Ferri abbia capitanato una truppa finalmente degna e conscia, forse non ancora del tutto dando ampi ed incoraggianti margini di miglioramento, della casacca che indossa e che la Società stia accompagnando e non più boicottando questa bella rinascita dello spirito granata con annesso implicito senso di onestà e lealtà sportiva come vanto di forza cui ambire ed esprimere.


In merito alla debacle dell'Italia pallonara credo questo non sia che il rovinoso crollo di un mondo vecchio ed inadeguato e non posso non pensare che senza una tanto massiccia destabilizzazione della società e dell'umano saper vivere da parte del denaro, non si sarebbe arrivati a tutto ciò. Certo che una società civile saggia, forte, ed autonoma e non in preda al delirio di un banchiere e del mercato, non è facile da comandare con i consigli per gli acquisti, ma cosa volete non si può avere tutto. Non posso non pensare che le defecazioni dei cugini in luoghi sacri come è Torino tutta, così come le violenze gratuite sugli omosessuali o la caccia all'immigrato è quanto questo sistema coi suoi variegati venditori di fumo ci lasciano come matassa da sbrogliare.


Forse è necesssaria tanta fragorosa caduta per rinascere dal basso ed invertire le polarità di chi e cosa deve tornare ad essere perno e riferimento della esperienza umana su questo pianeta ed a chi spetta il potere di dirigerne le gesta, vale a dire: Noi stessi.
Restringendoci al pallone tricolore: "aspettiamo i referti, le punizioni e l'ennesimo stravolgimento delle classifiche e dei campionati sperando che la situazione generale imponga di intervenire in tempi non biblici, non stile Padova Torino per intenderci a meno che questi tempi biblici siano per dare modo di guardare bene in fondo e sturare con forza tutta la zozzeria bloccata nel sifone del gabinetto calcistico. La ricetta per rimetttere le cose a posto ci sarebbe: abbassare gli ingaggi, eliminare i diritti televisivi, ridurre massicciamente le sponsorizazioni, prevedere una cassa mutua più articolata a garantista per i giocatori di tutte le categorie, riavere biglietti singoli per le partite non schedanti e magari si potrebbe sognare ad una continuazione del calcio inteso come reale fenomeno popolare.


Ci arriveremo, certo che ci arriveremo ed il calcio sopravviverà finchè un bambino avrà voglia di dare un calcio ad un oggetto qualsiasi prendendolo per una palla, non sopravviverà se quello che calcerà sarà solo il prodotto dell'immaginazione malata di un finanziere teso a farlo tifare per dei farabutti trasformando quel gesto in un gesto di disperazione come dare un calcio ai propri sogni di libertà e dignità futura.


In ambito prettamente granata ed a proposito di sogni leciti: aspetto con trepidazione di andare a Sappada col Camper, se il tempo ed il costo del gasolio lo permetteranno ed ammetto candidamente che non seguirò la "banda Buffon" nell'Europeo così come non ho seguito la banda calcioscommesse all'ora dell'ultimo campionato del mondo di calcio. "Avete veramente il toupè di chiederci di avallare tutto questo zozzume tacciandoci di scarso patriottismo quando questo è un atto di vero senso civico e presa di posizione in difesa dei veri valori, stornando lo sguardo da chi ce lo distoglie non per darci gioia gratuita, ma solo per renderci complici di un sistema che ha fatto naufragare tutto?


Non credo fosse edificante saltellare come un canguro in Piazza San Carlo il giorno del'incoronazione di Lippi avvenuta il dì seguente la riconosciuta frode della sua banda, come non fu intelligente ballare contenti nella sala danze del Titanic.
Personalmente amo il calcio, lo Stadio, la Gente, il Toro più di tutto e non voglio sostenere un sistema che non mi rappresenta e non regala nessun sorriso sano e gratuito, chiamatemi farabutto, anarcoinsurrezionalista, come cavolo vi suggeriranno ma so pertinentemente di essere solo un innamorato che ha a cuore il destino suo e dei propri simili ed anche dei non simili. Faccio molta "plin plin" perchè vado a prendermi l'acqua alla fonte in collina e digerisco e sto bene perchè non mangio merendine ipercaloriche con annesse faccine dei giocatori della nazionale e sto bene! Si sto bene, solo vorrei che stesse meglio anche il mondo, ma in fondo :"il mondo sono anche io ed anche tu e magari domani potremo riconoscerci anche nella squadra nazionale perchè composta da gente come me e come te, ma per il momento è lontano dall'essere il caso".


Un quesito mi resta: "ma com'è che in qualsiasi ditta, fabbrica o società di persone, se questa fa acqua da tutte le parti e porta disonore reiterato ad una comunità di intenti e persone quale dovrebbe essere una nazione, la prima e minima cosa è il cambio dirigenziale e com'è che nell'Italia del pallone dopo: Creatinopoli, Calciopoli, Scommessopoli, sono sempre tutti lì, ma proprio tutti : da Abete a Petrucci, perfino Moggi è di nuovo in pista sorridente come sempre? La risposta e fin troppo facile ma svegliamoci perchè nel gioco dell'Oca del Pallone i dadi li tirano sempre gli stessi e sarebbe ora che incominciassimo a tirali Noi insieme al fato per ridarci una chance tutti ma: "arriverà, arriverà non abbiate paura ma coraggio e sopratutto siate fieri di Voi, questa è la vera ed unica ricetta per capire che siamo Noi che contiamo".


Viva il Toro, viva l'Italia.