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Sgrigna: "Solo a sentire il nome Torino, mi fa effetto"

di Giulia Borletto

"Da undici anni sono un biancorosso e mia moglie è vicentina. Se devo andare via, l'offerta deve soddisfare me e il club: qualcosa succederà, non resta che aspettare", sono le parole di Sgrigna rilasciate a La Stampa. "Sono tranquillo e aspetto la decisione della società: tocca a loro stabilire il mio futuro, ma io sono sereno". Lui è il giocatore con la g maiuscola che meglio si adatterebbe al modulo si gioco di Lerda, quel 4-2-3-1 che sta facendo scuola. L'anno scorso a Vicenza ha segnato 12 reti e l'anno prima 10, sommati a quelli che ci si aspettano da Bianchi, può voler dire vittoria.

"Solo sentire il nome Torino mi fa effetto: è un onore e un orgoglio sapere che una squadra così gloriosa ti vuole. La maglia fa effetto, la piazza fa effetto, la sfida fa effetto. E poi il Toro è sempre serie A", parole che rincuorano e arricchiscono l'animo dei tifosi granata. Già un anno fa il giocatore poteva arrivare sotto la Mole: Giancarlo Camolese, che l'aveva allenato nel 2005/2006 a Vicenza, quando parlò con Cairo nei giorni post-retrocessione disse che la squadra doveva ripartire da Sgrigna. "È vero" conferma la punta 30enne, "Camolese mi voleva fortemente, ma poi non fu confermato. Speriamo che questa sia la volta buona".