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Sto con Bianchi, anche se ha sbagliato…

di Marina Beccuti

Flavio Bacile

 

Capiamoci, per me, e rafforzo, per me stesso, Bianchi non è il problema del Torino, Bianchi è la soluzione, anche se Lerda, come allenatore del Torino, quindi come principale responsabile dell’area tecnica, ha il diritto di fare le proprie scelte. Questo è il presupposto inalienabile per analizzare serenamente questa situazione, che di certo non è delle migliori, si vede, e si può capire facilmente, poiché anche quando si vince non si riesce a sorridere. Leggo e non riesco a capire. Il Toro gioca meglio senza Bianchi scrive qualcuno, difficile se non impossibile da dire a priori, giacché mai, a memoria almeno non ricordo, il Toro ha giocato con il 4-4-2, con due esterni veri ed una seconda punta, con Bianchi vertice alto. Far passare Bianchi come un problema adesso mi sembra veramente troppo, si va ben oltre la normale fantasia o masochismo che sia, la fortuna, ed è una fortuna, che nessuno della società abbia azzardato questa ipotesi. Stessa cosa spero si possa dire anche della tifoseria, giusto per conservare un pochino di pudore, che di questi tempi è cosa assai preziosa. Confermo di aver detto che le migliori partite il Toro le ha giocate con il 4-4-1-1, con due esterni veri, Belingheri trequartista, e, Sgrigna di punta, anche perché il capitano era infortunato. È, però, altrettanto vero che in quelle partite il Toro ha sciupato una marea di occasioni gol, e, che il mio primo pensiero, ma penso anche il vostro, sia stato: ”Quando tornerà Bianchi, tanti di quei palloni finiranno in fondo al sacco”.


Bianchi ha sbagliato, e da ragazzo corretto qual è, è stato il primo ad ammetterlo, chiedendo scusa a fine partita: “ di questo mi posso scusare, ma ero in trance agonistica”, e penso che alla fine possa bastare per chiudere una caso, il resto dovranno farlo Lerda, Bianchi e la società. Di Bianchi ho sempre ammirato la capacità e la serietà di metterci sempre la faccia, principalmente nei momenti difficili, e non è propriamente un esercizio facile. Uno, Bianchi, che da quando è capitano del Torino, a proposito, quanto pesa questa fascia, chiedere a Brevi, Muzzi, Comotto e Rosina, si è assunto non solo le proprie responsabilità, ma anche quelle degli altri, dando in campo per primo l’esempio, senza lesinare il suo impegno anche quando avrebbe avuto bisogno di rifiatare. La sua reazione, l’ho vista come un ulteriore atto d’amore verso il Toro, e come per tutti gli innamorati, io non riesco ad escludermi, il rischio di eccedere è sempre dietro l’angolo.

Quanto a Lerda, ribadisco che ha il pieno diritto di mettere in campo la formazione che crede, di fare i cambi che ritiene utili per la squadra, di giocare con il modulo che crede più opportuno. Insomma ragionare con la testa propria non è un reato, anche agire con scienza e coscienza, almeno così dicono. Purtroppo, volenti e nolenti, è passato un altro messaggio, lo ha scritto l’importanza della partita, che doveva essere la madre di tutte le battaglie, la partita della svolta obbligatoria per il Toro di Lerda, quella senza ritorno in caso di sconfitta. Una partita che il Toro ha cominciato senza Bianchi, il capitano, il capocannoniere delle ultime tre stagioni, il giocatore simbolo della tifoseria, ufficialmente per scelta tecnica, come ribadito da Lerda nel post-partita.

Un’esclusione che è sembrata una bocciatura, una sorta di punizione, se non proprio un repulisti, aldilà, mi ripeto, di quelle che possano essere state le intenzioni di Lerda. Il momento, l’importanza della gara, hanno pesato sicuramente più dell’esclusione stessa. Alla fine, sto con Bianchi, anche se ha sbagliato, ma questo non significa rompere con Lerda. Si può stare insieme, e lavorare bene, anche se la si pensa in modo diverso, non sarebbe il primo caso, e neanche l’ultimo.


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