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Superga, un bagno di folla per gli Immortali

di Matteo Maero

Un abbraccio che farebbe innamorare chiunque dei colori granata. È questa la possibile descrizione sintetica di ciò che è stata la commemorazione dei caduti del Grande Torino, avvenuta ieri sera ovviamente in quel di Superga.

I primi gruppi di tifosi hanno incominciato a salire a Superga già intorno alle 17, attraverso i mezzi pubblici predisposti oppure a piedi, scelta preferita dai più temerari. A causa del grande richiamo popolare, la viabilità lungo la Strada comunale di Superga è stata piuttosto difficoltosa durante tutto il periodo ed il percorso, rendendo necessario l'intervento della Polizia Municipale.

I circa 15.000 presenti (Dato approssimativo) hanno scandito l'attesa della funzione con cori e incitamenti, che hanno reso Superga un vero stadio itinerante, sempre nel rispetto del luogo e della sacralità della basilica. L'evento piu atteso è stato ovviamente l'arrivo della rosa granata, avvenuto alle 20:15 circa. Inutile a dirsi, i giocatori Granata sono stati letteralmente "assaltati" dai propri tifosi, che hanno espresso il proprio affetto nei confronti dei propri beniamini nel migliore dei modi.

La funzione, officiata da Don Aldo Rabino, ha avuto il suo ovvio culmine al momento della lettura dei nomi dei Caduti sulla lapide, eseguita da un emozionatissimo Kamil Glik che, con voce ferma, ha invocato gli Invincibili. Subito dopo ha parlato il Presidente Urbano Cairo, che ha raccontato del 4 maggio 1949 vissuto da sua madre, nota tifosa Granata.

Se dovessimo prendere ad esempio una commemorazione per innalzarla ad emblema della Fede Granata, quella svoltasi a Superga quest'anno sarebbe la più adeguata. Migliaia di persone, bandiere che garriscono roteanti nel vento e cori di "amore" per la propria squadra e per i suoi Grandi ragazzi, innalzati con naturalezza e spontaneità uniche. Esempio di valori unici di cui il Toro e la sua storia sono fieri portatori.


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