Svincolato è bello? Dani Alves e Balotelli tra i tanti giocatori senza squadra
Fonte: Ivan Cardia per Tuttomercatoweb
A chi devo portare il mio curriculum”. Dani Alves si è esposto così, in un modo che forse non ci si attenderebbe dal giocatore più vincente nella storia del calcio. Se persino il terzino brasiliano, al netto delle voci su Juventus, Inter e Manchester City, fatica a trovare un nuovo club ove portare i suoi talenti, immaginatevi gli altri.
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La lista è lunga. E anche variegata, aggiungiamo. Dani Alves ne è il giocatore più titolato, ma a 36 primavere i motivi della condizione di svincolato si possono comprendere. Al 27 luglio, però, figurano nello stesso elenco giocatori come Mario Balotelli o Daniel Sturridge, entrambi ben lontani dal potersi considerare “vecchi”.
Quanti attaccanti. Gli avanti, in effetti, sarebbero il fiore all’occhiello di un’ipotetica squadra internazionale di calciatori senza contratto. Dalla Premier ne arrivano a pacchi: oltre Sturridge, ci sono Welbeck e Carrol, come pure Jony e Llorente. Senza dimenticare Shinji Okazaki, campione di Premier League col Leicester appena tre anni fa.
Eccellenze. Alves lo è, Balotelli anche. Ma i curriculum degli svincolati di oggi sono sontuosi: un altro esempio è Gary Cahill. Se per Ben Arfa può pesare un po’ di irrequietezza caratteriale, sono senza contratto anche altri campioni come Coentrao e persino un totem dal nome Franck Ribery. Poi, tante vecchie conoscenze della Serie A, chissà che qualcuno non possa tornare: Fredy Guarin, Keisuke Honda, il già menzionato Fernando Llorente. C’è anche Stephan Lichtsteiner.
Gli italiani. Di Balotelli s’è detto. E chissà che un romantico futuro al Brescia non sia nelle sue corde. La truppa degli italiani è parecchio folta. Ci limitiamo a qualche esempio eccellente? Con Balo vi sono Claudio Marchisio e Andrea Bertolacci, poi Abate, Donati, Cerci, Sorrentino e tanti, tantissimi altri. In molti torneranno, salvo sorprese, a esibirsi presto nel nostro campionato, o nei nostri campionati. Pesano poi sul numero complessivo le recenti vicende di società come Palermo o Foggia, per fermarsi alla Serie B.
Il parametro zero conviene? Fatti i nomi più altisonanti (non tutti, e non abbiamo ricordato per ciascuno quali siano le trattative più calde del momento, ma su TMW ve le raccontiamo minuto dopo minuto), c’è da chiedersi il perché di tanta abbondanza. Intendiamoci: da Bosman in poi, gli svincolati vi sono sempre stati. E fare un paragone con le stagioni precedenti è molto complicato. Alla base, almeno per i giocatori più importanti, può esservi l’incertezza sulla circostanza che un giocatore a parametro zero sia davvero un affare, dal punto di vista economico. Spesso (e qui chiariamo che si tratta di una generalizzazione valida soprattutto per le “star”) chiedono uno stipendio più alto rispetto a quello che potrebbero ottenere in caso di trasferimento. Il boom delle commissioni nei confronti degli agenti, poi, fa sì che sotto questo profilo in determinati casi sia davvero difficile parlare di operazioni a costo zero.
C’è sempre tempo. Infine, c’è la scusa che tutte le società usano, anche con sé stesse. E che pesa ancora di più su quei calciatori con meno appeal: per tesserare uno svincolato c’è (quasi) sempre tempo. Non è necessario affrettarsi, è un’occasione che si può cogliere a ridosso della scadenza per la presentazione della lista definitiva per il campionato, o magari dopo. Con il risultato, per il calciatore, di doversi allenare con la speranza che arrivi una chiamata (in questo senso, guardando anche ai livelli inferiori rispetto alla A, tante e meritevoli sono le iniziative sparse su tutto il territorio nazionale). Per la squadra, invece, che il tempo scorra inesorabile. E alla fine si rischi di rimanere col cerino in mano..