Torino, che festa a Luserna San Giovanni
Fonte: Di Andrea Morè
Grande entusiasmo ed affetto per la troupe di Ventura presso l'impianto sportivo dedicato ad "Ezio Loik" a Luserna San Giovanni.
Era la terza volta che i granata omaggiavano la cittadina della Val Pellice, la prima nell'83, la seconda nei primi anni novanta e la gente ha risposto con calore all'appello del Toro: circa duemila persone, per una giornata lavorativa, in una valle che conta 15.000 abitanti, significa che a Torino, con una percentuale simile, dovrebbero essere 200.000 i presenti allo stadio domenicali.
Aria di festa, festa di paese, genuina e sincera con gli immancabili carabinieri in alta uniforme malgrado la temperatura africana, la protezione civile a dirigere il traffico, un rigorosissimo e zelante sevizio d'ordine a dividere i paganti (10 euro, un po' tantini...) e gli omaggiati, nella minuscola ed assolatissima tribuna, insomma tutta la panoplia della festa di paese: "tenero".
In tribuna c'era la gentilissima vedova Loik, residente in loco, che esprimeva il rammarico per l'attuale sorte del Filadelfia e narrava di aver conosciuto perfino Libonatti e Baloncieri e di come andava in vacanza a Diano Marina località esoticissima per l'epoca che tingeva in quel momento i suoi occhi di ricordi.
Nel primo tempo una formazione, orfana di Ogbonna e Bianchi, mista di titolari e rincalzi (ammesso esistano gli uni e gli altri in questo gruppo), faticava contro un impegnatissimo Luserna, sembrava quasi che il Torino non osasse offendere in quest'aria di festa i dilettanti locali. Gli osservati speciali della prima frazione di gioco erano, in quanto visti raramente: Gomis, peraltro risultato inoperoso, e Pasquato che ha dato l'impressione, purtroppo già vista, di essere un giocatore lontano in tutti i sensi dal Toro, inteso quest'ultimo come eccellenza sportiva caratteristica e caratterizzante. Il primo tempo finiva sul 5 a zero con doppietta per Antenucci e tripletta per uno scatenatissimo Verdi.
Nel secondo tempo i cambi liberi che permettevano di vedere in campo per una ventina di minuti la probabile formazione che sabato affronterà l'Albinoleffe nel tentativo di alzare al cielo la Coppa della Vittoria, entravano infatti: Meggiorini , Di Cesare, Surraco, Basha e Vives e l'altro osservato speciale, cioè Masiello, buona la prima per quest'ultimo anche se il Luserna non è certo il test che ne determinerà il valore. Verso il finale entravano anche Chiosa e Sampò dimostratisi rapidi ed interessanti.
Finisce la partita nove a zero per il Toro, grazie alle tre reti di Diop (grintosissimo), ed al rigore trasformato da Vives e poi tutti giù ad approfittare dello splendido buffet organizzato dal padrone di casa ovvero le acque minerali Valmora.
La folla assediava gentilmente con rispetto e quasi timore, come si usa da queste parti, la truppa granata sparsa tra spogliatoi e banchetto ed i pazientissimi giocatori firmavano senza replica autografi ai sudatissimi bambini di oggi e di ieri. Alla fine un Ventura già sul predellino del torpedone granata ammetteva candido: "Io dovrei andare...", ma non riusciva a sottrarsi a tanta amorevole attenzione ed ai numerosissimi ringraziamenti per quanto fatto per il Toro.
Gente bella, gente granata, una cosa anni luce dal delirio televisivo spettacolistico di quello che pare debba essere il calcio oggi, oggi qui si sono visti solo dei ragazzi educati che hanno portato un sorriso alla pulita gente della zona: roba da Toro, roba da Filadelfia, roba di cui è impossibile fare a meno per Noi granata e di cui si sente un enorme bisogno dappertutto.