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Torino, sicuri di poterla chiamare corazzata?

di Marina Beccuti
Fonte: TuttoB

Il dato emerso palesemente dai residui di una 33^ giornata alimentata dalle follie primaverili, è uno ed anche semplice da ricavare: in questa Serie Bwin non esistono corazzate, soprattutto dal punto di vista del gioco. Parliamo del Torino di Ventura che, dopo il rotondo 6-0 inflitto al Gubbio, ieri era chiamato al test della verità e delle certezze di una squadra che, paradossalmente, ha troppi limiti in un centrocampo evidentemente scarno di idee. E sono questi eccessi di discontinuità che conservano sempre il dubbio nel giudizio sui granata, ugualmente favoriti per la promozione diretta, ma non convincenti al punto da denominarsi "grande squadra" a tutti gli effetti (riferimento ovvio alla qualità del gioco). Per carità, l'Empoli sta infilando un filotto ottimo di risultati per la salvezza (9 punti su 12 nella ultime 4) e, al 'Castellani' è una squadra più che complessa da affrontare. Ci chiediamo, però: come è possibile che la presunta corazzata (sulla carta è la più forte) si lasci trascinare dall'euforia di un grande risultato e soprattutto mostri troppe lacune dal punto di vista della continuità? Mancano fantasia, verticalizzazioni e movimenti utili senza palla che generalmente, la prima della classe, deve effettuare sempre. Basha e Iori si pestano i piedi, non riuscendo a guidare la metà campo. Surraco risulta sconclusionato, nascondendosi tra le maglie avversarie, mentre sull'out opposto Guberti non ha un'abbondante quantità di minuti nelle gambe. Una sconfitta che cambia poco nell'economia di un campionato equilibrato in cui il Toro resta ugualmente favorito, nonostante diversi limiti da correggere per dimostrarsi a tutti gli effetti "la migliore".