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Torino, troppa indecisione sulle scelte in attacco

di Marina Beccuti

Flavio Bacile

 

Difficile capire come una squadra possa perdere una partita creando cinque nitide palle gol, colpendo un palo, facendosi respingere la palla sulla linea di porta e giocando 70 minuti nella trequarti avversaria. Difficile per tutti, ma non per il Toro, che in questi anni ci ha proprio abituato a tutto, specialmente nelle partite che possono far svoltare il campionato a favore dei granata. Insomma il Pescara che perde in casa, il mezzo passo falso del Sassuolo, non è cosa che si vede tutti i giorni, eppure i granata non hanno saputo approfittarne, subendo a Brescia, campo che ormai è tra i più ostici per la squadra del presidente Cairo, la quarta sconfitta in campionato, la prima del 2012.


Lo dico subito, cosi mi tolgo un peso dallo stomaco, non è stato il Toro visto contro la Samp, un discreto Toro sì, contro una squadra che è apparsa, tutto sommato, modesta, che in casa propria ha giocato con sette-otto uomini a protezione della propria difesa, e che ha cercato unicamente la strada del contropiede. Ed è proprio questo la cosa che fa più arrabbiare, è bastato un Toro non proprio brillante per costruire una miriade di palle gol, contro un avversario che era definito ostico ed in un momento estremamente positivo.  Ventura è sereno è fiducioso, io tutt’altro, certe partite si vincono e basta, senza ma e senza se. Gli errori degli attaccanti davanti alla porta cominciano a preoccupare, cosi come non ci si può dimenticare che abbiamo subito il gol per un doppio errore difensivo, il primo più grave di Parisi che si è fatto saltare con troppa facilità, il secondo di Darmian, che poteva evidentemente fare meglio in quella situazione. Mi tiro anche fuori dalla diatriba Bianchi sì, Bianchi no, personalmente sono per Bianchi, ma riconosco a Ventura il diritto-dovere di scegliere chi deve andare in campo, c’è però da augurarsi che la scelta degli attaccanti sia definitiva, almeno a parità di condizione fisica, anche perché mi sembra che questo tira e molla non abbia favorito nessuno. Il fatto che il Toro, primo in classifica, non abbia un attaccante in doppia cifra, è una cosa che avvalora questa tesi, evidentemente chi scende in campo non si sente sereno, altrimenti è difficile spiegare come mai sotto porta bisogna costruire tanto per segnare un solo gol.

Quanto al cambio di modulo difficile dire quanto abbia influito, contro la Sampdoria, abbiamo giocato meglio e costruito meno, anche se abbiamo vinto, contro il Brescia di Calori abbiamo giocato meno bene e costruito molto di più. Quale dei due sia il Toro di Ventura è presto detto, entrambi, con il primo che ha una manovra più ampia e meno scontata, con il secondo che verte sulla verve degli attaccanti e sugli sporadici inserimenti dei centrocampisti. Invece siamo qui a recriminare per una partita che il Toro poteva vincere e che ha invece perso, per una fuga che sembrava quasi scontata, visti i risultati di Sassuolo e Pescara, e che invece non è stata, per un malessere che sembra aver colpito gli uomini di Ventura quando giocano fuori dalle mura amiche, dopo che avevano iniziato il campionato facendo quasi il record di punti in trasferta. Fortunatamente sta per finire la tiritera sul campionato lungo è difficile, arriva la primavera e il momento caldo della serie B si avvicina, chi ha, metta dentro quello che ha, chi ha poco o nulla, si scioglierà al primo sole.


Intanto resta il rammarico per le tante occasioni perdute, per un campionato che poteva essere diverso, e che ci toccherà giocare proprio fino all’ultimo minuto.


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