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TORINO: undici italiani in campo

di Marina Beccuti
Fonte: stampa.it

Vantava già il primato di squadra meno esterofila della serie A, solo tre stranieri in rosa su 27 giocatori, ma ora il Toro conquista un nuovo piccolo record: undici italiani titolari domani pomeriggio all'Olimpico contro il Cagliari. Non era mai successo, in questo campionato, di vedere una squadra che in campo parlasse un'unica lingua e il primato viene rafforzato dall'unicità del caso, roba da protezione della specie nazionale. Nel settimo turno le altre diciannove squadre presenteranno almeno uno straniero titolare. Anzi di più: il taglio minimo è due col Bologna che schiera il greco Moras e il belga Mudingaiy e il Chievo che risponde con i difensori Yepes (Colombia) e Frey (Francia). L'esagerazione spetta all'Inter, internazionale di nome e di fatto: Mourinho contro la Roma non avrà nessun italiano titolare, dato che Materazzi e Balotelli partono dalla panchina. Sarà perché De Biasi viene da Sarmede (veneto doc), e la razza Piave non è solo uno sproloquio del sindaco Gentilini di Treviso, ma la scelta dell'allenatore granata rappresenta quasi una sfida autarchica che si scontra con l'attuale globalissmo del pallone.

Il Toro italiano al 100% nasce sia per necessità (Saumel e Dzemaili sono infortunati) e anche per una precisa scelta filosofica e di comunicazione in campo. Quasi a voler significare che il calcio italiano deve essere interpretato da giocatori italiani. In più il Torino made in Italy di De Biasi è una piacevole conferma di un'abitudine consolidata del tecnico: nei momenti difficili, quando bisogna assolutamente vincere per raggiungere un obiettivo, Gdb si affida agli italiani. Lo aveva fatto due stagioni fa a Roma, quando garantì la permanenza in A con una vittoria a sorpresa per 1-0 con una squadra completamente tricolore (cambi compresi), e si era ripetuto lo scorso anno con le due vittorie consecutive (senza stranieri titolari) con Napoli e Livorno che valsero la salvezza del suo Toro. I risultati hanno dato ragione a De Biasi, che è sempre attento alle coincidenze e alle scaramanzie e così si affida all'italianità per battere il Cagliari e uscire dalla crisi di risultati. «Un'unica lingua in campo», sembra quasi essere lo slogan rafforzato dall'emergenza di centrocampisti. Fino a ora il Toro non aveva potuto fare a meno dell'austriaco Saumel (l'unico sempre presente con 561 minuti giocati), ma il centrocampista è in calo di condizione e in nazionale ha anche rimediato una dolorosa contusione alla coscia sinistra. Al suo posto, quindi, giocherà Zanetti: non è in perfette condizioni (fascite plantare), ma stringerà i denti per esserci. Così come Eugenio Corini, che agirà da regista e sarà affiancato da Diana.

Portiere italianissimo, Sereni, e difesa tricolore così come l'attacco con spazio allo scatenato Abate: è in forma, ha segnato il suo primo gol con l'Under 21 e sarà chiamato a rifornire di assist Bianchi ed Amoruso. Un segnale che farà felice i sostenitori della politica di schierare i giovani italiani nei club di serie A e che verrà rinforzato dalla presenza di Rubin a sinistra (anche perché Pisano è ko). Tutti tricolori, dunque i giocatori granata che hanno una gran voglia di dimostrare che «gli italiani lo fanno meglio». Il calcio, ovviamente.

 

Gianluca Oddenino


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