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Toro: due regali all’Atalanta

di Marina Beccuti

Flavio Bacile


Chissà cosa avrà detto Lerda ai suoi alla fine di questa partita, e, francamente, non penso possano essere stati dei complimenti.
Una partita, giocata male, che il Toro ha praticamente regalato alla squadra di Colantuono, e, non solo per i due errori clamorosi che hanno favorito i gol dei bergamaschi.


Il Toro ha sbagliato molto, subito più del dovuto, sbagliato ripartente incredibili, dato campo agli avversari, finalizzato pochissimo, tirato in porta anche meno. La partita per i granata si è messa subito male, pronti e via, che prima Di Cesare, poi D’Ambrosio, in una sorta di domino dell’errore, mettono Padoin nelle condizioni ideali per battere Rubinho. Seguono quindici minuti di autentica follia difensiva, con i granata “costretti” a guardare i padroni di casa battere a rete dalle posizioni più svariate con Doni, Ardemagni (due volte) e Ruopolo. Poi il lampo di Sgrigna al 23’, che raccoglie un cross dalla destra di D’Ambrosio, mette in pari il match, e spegne definitivamente l’Atalanta. Da questo momento in poi c’è più Toro che Atalanta, il che non significa che il Toro abbia giocato meglio dell’Atalanta, ma semplicemente che i padroni di casa per la restante parte del match sono riusciti a giocare peggio del Toro. Nonostante questo il Toro non è riuscito mai a pungere, almeno non ricordo una sola parata di Consigli, ed è riuscito nel difficile intento di perderla questa partita, contro un avversario che pareva sulle ginocchia.


Una brutta partita, un brutto Toro, e tolti i primi venti minuti del match, una brutta Atalanta.
Per quanto riguarda il Toro, una pesante battuta d’arresto, soprattutto sotto il profilo del gioco. Gioco che se non passa per i piedi di Sgrigna, difficilmente trova un barlume di pericolosità, con Bianchi sempre più isolato, ed i centrocampisti incapaci di portare un solo pericolo alla porta avversaria.

In e Out di Atalanta-Torino

IN
BIANCHI
: si batte da solo contro due avversari, torna spesse volte indietro a dare una mano a centrocampo e difesa, difende a dovere i pochi palloni che riesce a giocare in zona offensiva, e nell’unica palla che riesce a giocare nell’area avversaria per pochissimo non trova il gol. Il migliore in campo.

SGRIGNA: ancora una volta gioca a sprazzi, ma quando gioca illumina il Toro. Meglio nel primo tempo che nella ripresa dove appare piuttosto stanco. Trova un gol bellissimo, ma non basta. Espulso a fine partita.

GAROFALO: è un grande giocatore, uno dal rendimento sempre alto. Quasi perfetto in fase difensiva, ottimo in quella offensiva. Anche oggi a Bergamo, se non fosse per alcuni banali errori di palleggio.

RUBINHO: incolpevole sui gol, autore di almeno due buone parate.

OUT
D’AMBROSIO: non punge in attacco, lascia molti buchi in difesa. Colpevolmente sul primo gol chiude in ritardo e senza la necessaria determinazione. Soffre incredibilmente Bellini che è stato il vero attaccante aggiunto dell’Atalanta, e non riesce mai a metterlo in difficoltà quando è lui a fare la fase offensiva.

DI CESARE: troppi errori ed una prestazione ampiamente insufficiente.

PRATALI: nei primi venti minuti è stato semplicemente inguardabile, lasciando autostrade agli avanti bergamaschi. Poi si riprende e finisce la sua partita in crescendo, ma non può bastare. Esce per infortunio, sostituito da Cofie.

COFIE: è giovane e si farà, per il momento il suo unico pallone toccato in maglia granata, coincide con un clamoroso errore che regala il gol a Tiribocchi.

DE VEZZE: si mette alle calcagne di Doni, e, per tutto il primo tempo, l’unico a fare bella figura è il capitano dei bergamaschi. Nella ripresa cala vistosamente Doni, e lui non cresce altrettanto.

DE FEUDIS: una discreta prima frazione, una ripresa pessima che lo vede uscire per infortunio.

ZANETTI: è anche sfortunato. Entrato al posto di De Feudis, causa l’infortunio di Pratali, si ritrova a giocare la sua partita nella posizione di centrale difensivo, che non è proprio il suo ruolo. Giudizio in parte sospeso.

LAZAREVIC: male, anzi malissimo. Praticamente inesistente per tutta la prima frazione, si accende due volte nella ripresa, sbagliando tra le tante un gol, che con un pochino in più di convinzione e cattiveria agonistica, doveva proprio non sbagliare.

OBODO: che dire? Lerda continua a credere in lui in quella posizione, che è un ibrido tra un trequartista ed un interno. Lui continua a giocare maluccio in quella posizione.

IUNCO: venti minuti per cambiare la partita. In realtà non cambia nulla, anzi, peggiora la situazione non riuscendo a garantire un adeguato filtro. Veniva da un infortunio e questo può averlo condizionato.