Toro, polveri bagnate sul fronte offensivo: si corre e si tira poco
Unica occasione di alzare le braccia al cielo, per giocatori e tifosi del Toro, la rete del pareggio siglata da Zaza, nove giorni fa, contro il Cagliari. Piccola parvenza di gioia a inframmezzare lo 0-0 casalingo col Napoli, unico altro punto ottenuto nelle ultime cinque gare, la deludente sconfitta di Udine, il disastro di Roma contro la Lazio, e la ripresa nel derby, che però, ancora una volta, non ha portato fieno in cascina. Nessuno ha fatto peggio tra ottobre e l'inizio di novembre, incluse le formazioni dalle polveri più bagnate del campionato in assoluto: dalla SPAL alla Samp, passando per Udinese, Brescia, ed Hellas.
È evidente che il 3-5-2 porti tanti cross, certo, ma poca "aria" al gioco del Toro, e che gli occasionali tentativi di tridente a gara in corso, complice un livello di condizione medio dei rifinitori d'attacco, di varia foggia e forma (da Verdi a Iago, da Berenguer - finora nel complesso il più efficace - a Baselli), decisamente sotto il livello di guardia, non abbiano dato gli esiti auspicati. Il Toro ci prova tanto, certo, ma conclude molto poco verso la porta (terzultima del campionato - secondo le statistiche ufficiali della Lega Serie A - per tiri scoccati, sopra soltanto a Brescia e SPAL). Discorso analogo per i km percorsi: per significativo che sia il dato, basato su un calcolo unicamente quantitativo, e certamente dipendente dallo stile di gioco adottato, tra logiche di movimento e logiche di posizione, anche secondo questo parametro la compagine di Mazzarri è la terzultima del torneo; corrono meno soltanto Napoli e Genoa. Pochini, infine, i corner ottenuti: 57 in totale, cifra superiore a quella di sole cinque rivali. Numeri che, se rapportati ai lunghi momenti di stanca nella manovra, comunicano ben oltre la propria natura puramente "contabile".