Toro: via Lerda, torna... Lerda
Fonte: Massimo De Marzi per carlonesti.it
Dodici giorni, due sconfitte e poi l'esonero, con ritorno di Lerda e sconfessione di tutto quanto era stato detto e scritto. L'avventura di Papadopulo al Toro, appena iniziata, è già finita. Siamo alla farsa, con Cairo che annuncia che a giugno se ne andrà. Qualsiasi altra parola è inutile, di fronte a questi accadimenti.
Il Toro non riesce ad avere nulla dai suoi frombolieri offensivi, torna da Frosinone con la quarta sconfitta di fila e adesso, più di pensare alla zona playoff, c'è da iniziare a pensare di non essere risucchiati dal groppone di fondo classifica. E la sfida di sabato prossimo ad Ascoli diventa uno spartiacque decisivo per il finale di stagione dei granata, cui il cambio in panchina non ha portato beneficio.
Quella che fra un paio di mesi dovrà mettere in cantiere anche il Toro, che numeri alla mano ha ancora la possibilità di acciuffare il sesto posto che vale i playoff, vista la mediocrità che caratterizza il campionato cadetto, ma quando una squadra ha vinto appena due volte nel girone di ritorno, è reduce da quattro sconfitte di fila e non si intravede l'uscita dal tunnel, è meglio lasciare da parte i proclami e i sogni di gloria. E poi in casa granata in troppi parlano e troppo pochi in campo corrono, si sacrificano e fanno la differenza. Lazarevic veniva spesso (e ingiustamente) sostituito da Lerda, ma adesso con Papadopulo viene lasciato in panchina e inserito solo dopo che gli avversari sono passati in vantaggio, come è successo a Frosinone. Col nuovo tecnico avviene quello che succedeva anche con il suo predecessore, se il Toro va in svantaggio la squadra non reagisce e non rimonta mai, anzi si affloscia e dimostra di non avere nulla del cuore granata che ha sempre contraddistinto questa società.
Dare la colpa a chi è arrivato da due settimane sarebbe ingeneroso, oltre che sbagliato, ma Cairo è riuscito a liquidare l'ex allenatore del Bologna dopo appena due partite. Ormai è chiaro che qui il problema sta a monte: una società che non c'è (tutto viene deciso a Milano, negli uffici della Cairo Communication), un ds come Petrachi che pare non esser più così gradito al presidente come in passato che lancia parole di fuoco nei confronti del gruppo che lascia intendere di non gradire, col rischio di scatenare un tutti contro tutti dal quale l'unico ad uscire sconfitto sarà solo il Toro. Qui o si volta pagina alla svelta o c'è davvero il rischio che salti il banco e si debba temere di essere risucchiati nella zona playout. Pazzesco per una squadra che ha in organico giocatori come Bianchi, Antenucci e Ogbonna che sono un lusso per la cadetteria.