Tre su tre, finalmente
Fonte: Massimo De Marzi per www.carlonesti.it
Mai, in questa travagliata stagione, Juve e Toro avevano vinto tre gare di fila. Le due torinesi hanno superato la prova del nove solo a inizio primavera, dopo un lungo letargo e un pessimo inizio di 2011, aumentando così i rimpianti per quello che poteva essere, ma che per fortuna può ancora venire recuperato. Il quarto posto e il preliminare di Champions sono ancora lontani per Delneri, idem la serie A per Lerda, ma quindici giorni fa sembravano obiettivi distanti anni luce. Per la Juve saranno fondamentali le trasferte di Firenze (domenica prossima) e quella di Roma alla quartultima giornata, confronto diretto con la Lazio, per il Toro invece appare quasi decisiva la sfida casalinga contro la Reggina che potrebbe blindare la qualificazione ai playoff.
In un periodo in cui si parla molto, anche troppo, della stucchevole vicenda Cairo-Proto, con il botta e risposta tra un presidente che dice di voler vendere (ma poi non fa nulla per aprire una trattativa seria) e un intermediario che cambia idea ogni due giorni (sulla volontà degli imprenditori interessati ad acquistare), la squadra ha saputo isolarsi da tutto e da tutti, entrando finalmente in sintonia con Lerda, dopo la breve parentesi Papadopulo. Pensando a dove stavano i granata alla vigilia della trasferta di Ascoli, appare incredibile oggi vedere il Toro in zona playoff, con addirittura mire di quarto posto, anche se Novara e Varese hanno un vantaggio notevolissimo.
Il successo sull’AlbinoLeffe di Mondonico è stato anche figlio di alcune situazioni fortunate, ma il primo gol in granata di Pagano (giocatore che con la sua velocità può essere utilissimo nei playoff), la crescita di De Feudis come uomo leader del centrocampo, la voglia di provare a vincere fino all’ultimo e il sigillo di Antenucci nei pressi del 90’ dimostrano che questo Toro ha finalmente svoltato, sapendo sfruttare al meglio le armi a sua disposizione, anche in assenza di capitan Bianchi. Da metà campo in su, nessuna squadra a parte Siena e Atalanta, ormai già promosse, ha la quantità e la qualità di risorse da cui può pescare Lerda. Che finalmente ha lasciato da parte l’integralismo delle scelte, premiando i giocatori più in forma e quelli più funzionali al suo modulo.