Tripla "mission impossible" per Camolese
Tre missioni impossibili, o quasi, per Camolese. Il tecnico torinese, che da mercoledì ha preso in mano la squadra, è costretto agli straordinari per far sì che l’impresa- salvezza possa realizzarsi.
GRUPPO COMPATTO
Se è vero che il gruppo ereditato da Camolese era sostanzialmente unito, è altrettanto vero che l’allenatore da subito si è ritrovato a fare i conti con la priorità di farsi accettare da una squadra che in realtà non avrebbe voluto il cambio di guida tecnica. Camolese ha però messo immediatamente le cose in chiaro, con toni pacati e chiarezza infinita: è andato incontro alle esigenze dei calciatori, escludendo la possibilità di portarli in ritiro per una settimana, ma li ha voluti con sé (senza però costringerli) almeno a pranzo, tra la seduta di allenamento del mattino e quella pomeridiana. Ha dato il via ad allenamenti intensi (della durata media di circa un’ora e cinquanta minuti), che però allo stesso tempo potessero restituire entusiasmo e insegnamenti tattici: e così la squadra ha ritrovato anche il sorriso, senza perdere la serietà necessaria.
FASE OFFENSIVA
Un altro punto sul quale ha dovuto però subito intervenire Camolese è stato quello riguardante la fase offensiva della manovra di gioco del Toro: la squadra subisce troppo, ma propone davvero poco. L’ex tecnico del Livorno ha quindi posto attenzione urgente alla fase d’attacco, proponendo suggerimenti e soluzioni a centrocampisti e attaccanti, con i primi “invitati” a inserirsi con insistenza sui cross degli esterni e richiamando le punte ad aggredire maggiormente gli spazi in area e, in particolar modo, a pochi passi dal portiere avversario. Chissà che in questo modo non possa essere rivalutato un patrimonio della società come Rolando Bianchi, finora condizionato più dal rendimento della squadra (che lo ha assistito poco) che dalle proprie prestazioni individuali.
PSICOLOGIA
Infine, la terza “missione” di Camolese riguarderà i singoli. Ci sono infatti alcuni giocatori in rosa che sono stati quasi accantonati, prima da De Biasi e poi da Novellino e che, necessariamente, il nuovo tecnico dovrà tentare di recuperare. «Perché per salvarsi c’è bisogno dell’apporto di tutti», aveva detto l’allenatore presentandosi, riscontrando consensi anche tra gli stessi calciatori. E così potrebbe essere questa l’occasione buona per Pratali di riscattarsi (non gioca dal 13 dicembre 2008: BolognaToro 5-2, ndr), così come Vailatti e l’austriaco Saumel del quale, dopo un avvio di stagione promettente, si sono perse lentamente le tracce.
Andrea Scappazzoni