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Troppo silenzio attorno al match dell'Euganeo

di Marina Beccuti

Gian Pietro Bossina

 

Ieri, come deciso dal giudice sportivo, sono stati portati a termine i restanti 15’ di Padova – Torino. La partita, almeno sul campo, si è conclusa con la vittoria della squadra di Dal Canto. Ora spetterà alla Corte di Giustizia Federale mettere la parola fine su questa sfida accogliendo o meno il ricorso presentato dal Torino.


L’unica cosa che ha lasciato un po’ perplessi sono state le parole di Ventura rilasciate nell’intervista post partita a Sky sport 24: ”E' stato un quarto d'ora veloce, dove è difficile parlare di calcio. Era giusto chiudere il discorso perchè stava diventando imbarazzante. Dal Canto ha vinto e adesso pensiamo alla prossima partita. Ci sono delle regole e vanno rispettate, per cui ci hanno imposto di giocare e l'abbiamo fatto, provando ad ottenere qualcosa, ma evidentemente non siamo stati bravi a ribaltare la situazione. Non dico quello che penso dovesse essere fatto nemmeno se mi date una coltellata". Ora come tutti ben sanno nel calcio è molto raro che allenatori o dirigenti parlino senza peli sulla lingua, tuttavia sarebbe stato lecito aspettarsi dal nostro mister almeno qualche parola in più sull’accaduto, vista l’evidente ingiustizia subita dai granata. Senza bisogno di entrare nel merito delle decisioni del giudice sportivo e di quelle che verranno prese dalla Corte Federale, Ventura avrebbe potuto spiegare, come fatto nella conferenza alla Sisport ieri, perché la partita non ha avuto, nel secondo tempo, un regolare svolgimento.

La domanda posta dal giornalista di Sky a Dal Canto pochi minuti dopo, dimostra come all’infuori del mondo granata, pochi sappiano come sono andate le cose in realtà: ”Perché e per come si poteva fare di meglio dopo quello che era successo…?”. Ecco ciò che si vuole dire è che Ventura fa benissimo ad andare avanti per la sua strada continuando nell’ottimo lavoro che da mesi porta avanti ed a non entrare in questioni che non gli competono, però nel mondo del calcio l’opinione pubblica, purtroppo, è importante. Dire le cose davanti ai microfoni di un canale nazionale molto seguito nell’ambiente calcistico, come è quello dell’emittente di Murdoch, magari servirebbe ad ottenere un po’ più di considerazione in sede di giustizia sportiva o almeno a far capire alle persone che le tesi del Torino non mirano esclusivamente all’ottenimento di un comodo 0-3 a tavolino, ma al diritto a disputare una patita regolare.