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Ultima chiamata: ma per Mazzarri c'è lo spettro delle squadre in crisi

di Elena Rossin
Fonte: Tmw
Walter Mazzarri

In silenzio, per tutta la settimana e pure alla vigilia. Lo ha voluto esplicitamente Walter Mazzarri: prolungare il ritiro lontano da Torino “per evitare rumori”, non parlare nella classica conferenza pre-partita. Il tecnico non si è presentato davanti ai microfoni, ma è partito direttamente per Lecce insieme a Belotti e compagni senza rilasciare dichiarazioni. Sa benissimo che al Via del Mare sarà un’altra sfida cruciale, da ultima spiaggia. L’umiliazione subita dall’Atalanta e l’eliminazione dalla coppa contro il Milan sono ferite aperte: come a inizio anno ci fu la settimana perfetta, con tre vittorie in altrettante uscite (Roma, Genoa in coppa e Bologna), ora ci sono stati i dieci giorni da incubo, perché alle sconfitte contro le lombarde bisogna aggiungere lo scivolone di Reggio Emilia. Il Lecce non dovrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile, anzi: quartultimo posto in classifica, zero vittorie in casa, sette partite consecutive senza successi. Eppure, è la stessa situazione di tante avversarie del Toro che si sono rilanciate proprio contro i granata.

Precedenti da incubo - Sampdoria, Udinese, Spal, Sassuolo e lo stesso Lecce, che proprio all’andata trovò i primi punti in campionato: ecco la lunghissima lista delle occasioni sfruttate da chi sfidò la formazione di Mazzarri in uno dei periodi più delicati della stagione. Sono tutti i capitomboli clamorosi dei granata, quelle sfide perse che hanno incrinato sempre di più il rapporto tra la piazza e la squadra. E l’allenatore, soprattutto, che continua a rimanere nel mirino della critica. La fiducia dei tifosi nei confronti del tecnico è già terminata da tempo, ora resta da capire quanta ne abbia ancora il presidente Cairo: intanto, il confronto con lo scorso campionato recita un -3 punti. Per non parlare dei gol subiti, che un anno fa erano 22 e oggi sono ben 35. La sterzata è obbligatoria ed è da dare il prima possibile.