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Varese, Carbone: "Il Toro ha concretizzato noi no"

di Elena Rossin

Sconfitti dal Torino, ma sul piano del gioco siete stati battaglieri.
“Sotto questo aspetto posso essere soddisfatto perché la mia squadra ha risposto bene, avendo tenuto il campo e accorciando e non abbiamo concesso tantissime occasioni al Toro poiché avevamo preparato così la partita. E’ chiaro che quando gli avversari creano tre occasioni da gol, l’ultima oltretutto propiziata da noi nel contropiede di Ebagua con Puccino che ha servito involontariamente l’attaccante granata e con il nostro portiere che ha effettuato quattro parate consecutive, mentre noi malgrado le occasioni create fra il primo e il secondo tempo non siamo riusciti a concretizzarle, credo che la differenza l’abbia fatta proprio questo”.

Vi è mancato un centravanti di ruolo?
“Nel primo tempo non c’era, ma nel secondo ce ne erano due eppure non è cambiato nulla”.

Può essere un problema di testa la difficoltà a fare gol?
“No, non è un problema di testa e non è un problema per me, lo sarebbe se il Torino avesse vinto e noi non avessimo creato nulla, allora si che sarebbe preoccupante, ma siccome abbiamo creato e quando creiamo significa che ci arriviamo. Lo sappiamo che l’attaccante vive di questi momenti e noi questo momento lo dobbiamo far passare il prima possibile, questo è sicuro. Credo che ci manchi solo un po’ di cattiveria sottoporta e nella finalizzazione, lo dico perché la squadra crea”.

Forse ci vorrebbe un po’ più di dialogo fra gli attaccanti?
“Esatto, ci vuole più collaborazione, perché vedo che ci sono troppe giocate singole, che possono anche stare bene sulle fasce, poi però dobbiamo collaborare di più”.

Tante emozioni nello stadio che l’ha vista esordire in serie A e con la Maratona che non l’ha dimenticata e le ha dedicato un coro all’inizio e uno alla fine della partita.
“Sono sensazioni che solo noi possiamo capire, dico noi intendendo i ragazzi del Filadelfia. Il rispetto e l’amore reciproco va al di là della partita e del calcio: loro non hanno dimenticato me e io non ho dimenticato questa curva. Credo che alla fine queste sono cose personali che rimarranno sempre dentro indelebili”.

In sogno per il futuro c’è la panchina del Toro?
“Il Toro è il sogno di tutti, io in questo momento, credetemi, devo ringraziare molto il Varese che mi ha dato questa grande possibilità. Prima di arrivare al Toro (sorride per celare l’imbarazzo, ndr) devo mangiare tanti spinaci, questo per dire che la strada è lunga e per me, se non faccio bene qui, il sogno svanisce”.