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Ventura: “Se a tutti si darà il tempo, ci sono i presupposti per rifare un’annata sopra le righe”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Il mister è contento che il Torino sia approdato alla fase a gironi dell’Europa League per i giocatori, il pubblico e la società. Secondo Ventura d’impossibile non c’è niente se ci sono serietà, lavoro e professionalità.

 

Dopo quattro partite preliminari il Torino è ufficialmente in Europa League, che tipo d’emozione ha provato al triplice fischio finale ieri sera?

“Personalmente non ho provato nessuna grande emozione, contentezza e soddisfazione per i miei giocatori, il pubblico, che lo meritava, e anche per la società perché ci teneva. Basta. Come ho già detto, la mia soddisfazione personale è di altra natura: quando mi siedo e penso da dove siamo partiti e dove, invece, siamo adesso dopo tre anni; a quello che abbiamo prodotto per la società e alle plusvalenze che abbiamo fatto; all’organizzazione che abbiamo dato; ai dieci calciatori di nostra proprietà che giocano in serie B. Questi sono motivi di soddisfazione, se posso usare questo termine. Poi la partita è stata un po’ enfatizzata sull’entriamo nella storia, beh si voleva entrare nella storia allora ecco ci siamo. In questo caso la soddisfazione è dei giocatori, della città e del pubblico che è stato straordinario, finisce lì. Fra tre giorni inizia il campionato, abbiamo una squadra che ieri ha passeggiato ed è in grande condizione, quindi sarà una verifica assolutamente interessante. Sarà difficilissimo, ma non ha importanza. Ci sono due-tre acciaccati, ma anche questo non ha importanza. Ieri ha giocato Maksimovic che era un mese e mezzo che non andava in campo, ha giocato Benassi che forse non ha mai disputato una gara dall’inizio. Stiamo piano piano cercando di riformare quel gruppo con la stessa unità d’intenti, disponibilità, voglia di mettersi in discussione dell’anno scorso. Ci sono tante partite ed è abbastanza evidente che avremo bisogno di tutti. Abbiamo fatto un discorso di programmazione con tanti giovani, diversi stranieri ed è chiaro che se sono giovani e stranieri non si può avere la pretesa che in venti giorni diventino giocatori fondamentali, lo sono di grande prospettiva. Voi non avete ancora visto giocare Gaston Silva o Jansson o lo stesso Martinez che ha giocato poco, sono calciatori in embrione che stanno lavorando per crescere e se ci sarà la serenità e non il gioca Tizio che è una riserva o Caio che bisognerebbe mandarlo via (questi pensieri e discorsi non riusciremo mai a cambiarli qui) e se a tutti si concederà il tempo, credo che ci siano i presupposti per rifare un’annata, se ci riusciremo, sopra le righe per quel che riguarda la nostra dimensione, è chiaro”.

 

Si aspettava Darmian già così in forma e Quagliarella che vede la porta?

“La domanda è: se lo aspettava lei? (La pronta ribattuta del mister, che forse aveva di fronte un giornalista che ha seguito pochissimo o quasi mai il ritiro della squadra, ndr). Esattamente sette giorni fa si diceva che Darmian era una larva, il calcio è bizzarro, veramente. Io sì che me lo aspettavo. So che Darmian aveva voglia di fare la partita e anche Quagliarella, che ha fatto cose buone, alcune veramente buone e per altre c’era tanta stanchezza, anche per lui era la sua prima partita dall’inizio. Non so negli ultimi due anni quante partite da novanta minuti abbia disputato Quagliarella, credo veramente poche, quindi ha fatto fin troppo e gli faccio i complimenti. Ripeto, ieri sera era fondamentale il risultato e almeno dare il barlume di quello che siamo in grado di fare e credo che per sessanta-settanta minuti l’abbiamo fatto. Ed era fondamentale seminare il seme della simbiosi fra squadra e pubblico del quale non può fare a meno Torino, sarebbe bello che la squadra fosse in grado di coinvolgere il pubblico sempre di più e avere uno stadio così tutte le domeniche (c’erano 20.857 paganti, ndr). E’ chiaro che per avere uno stadio così bisogna meritarlo facendo qualche cosa d’importante. Ripeto, è un sogno e noi avevamo tanti sogni tre anni fa: la serie A, salvarci, e non era possibile così come non era possibile arrivare alla parte sinistra della classifica e l’Europa era impossibile. D’impossibile non c’è niente se ci sono serietà, lavoro e professionalità, mai dire mai nella vita”.


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