A iniziare da Verdi in molti al Torino devono dimostrare di valere
Fonte: Elena Rossin
Tredici partite possono aggiustare una stagione o farla classificare fra quelle da dimenticare, ma anche arrivare a trasformarla in un incubo in caso di retrocessione. E’ questo lo sfaccettato scenario che attende i giocatori del Torino alla ripresa del campionato, se effettivamente ripresa sarà, e alcuni in particolare o più di altri, a secondo di come si vogliono vedere le cose, devono di mostrare di valere. Su tutti, anche se in ordine di tempo è l’ultimo arrivato, Verdi. Cairo lo ha prelevato dal Napoli per una cifra considerevole stante i parametri granata: 3 milioni per il prestito oneroso più altri 20 per l’obbligo di riscatto quindi alla fine l’esborso arriva a ben 23. Pur tenendo conto che è approdato in granata all’ultimo minuto dello scorso calciomercato estivo e ha dovuto inserirsi nel gruppo a campionato già avviato ha avuto un approccio diciamo lento perché ha dovuto mettersi in paro con i compagni dal punto di vista della forma fisica e contemporaneamente inserirsi negli schemi di gioco dell’allora allenatore granata Mazzarri: il risultato è stato 3 assist e un gol giunto alla 23esima giornata, il 9 febbraio scorso. Bottino decisamente scarso considerato che nel complesso ha giocato 22 partite per un totale di 1379 minuti e questo vuole dire che ha ricevuto fiducia prima da Mazzarri e poi da Longo pur a fronte di prestazioni dove ha messo impegno, ma senza ottenere prestazioni importanti, che era il motivo per cui era stato preso dal Torino.
Ma non solo Verdi deve dimostrare quanto vale, anche Zaza, Meïté e Aina accomunati tutti e tre dal fatto che solo a tratti hanno fatto vedere il loro potenziale, ma il più delle volte hanno deluso e anche parecchio. Per non parlare di Izzo e Nkoulou che rispetto alla scorsa stagione sembrano i cugini scarsi di quei due giocatori che avevano contribuito a fare le fortune della difesa del Torino e un discorso simile vale pure per Djidji. Ma ci sono anche Baselli e Lukic che hanno qualità, ma che non sempre riescono ad esprimerle appieno seppur il loro rendimento nel complesso sia sufficiente e qualche volta anche di più. Poi c’è Berenguer che avrebbe bisogno di riuscire ad avere un rendimento più costante. E infine, ma non ultimi, ci sono i giovani come Edera, Millico e Bremer che devono ritagliarsi spazi necessari a completare il loro percorso di crescita.
Che lo facciano per sé stessi in vista di un possibile addio o che lo facciano anche per il Torino che deve restare in Serie A, ma che tutti ci mettano il cento per cento: è questo che si chiede ed è questo che vi vuole vedere dai giocatori granata. Se si tornerà a giocare sarà a porte chiuse e durante le partite non ci saranno né mugugni né fischi per passaggi sbagliati, gol mangiati, avversari non saltati e via discorrendo, ma le patite saranno comunque viste in televisione e nessuno sfuggirà al giudizio.