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A Is Arenas succede di tutto e di più e alla fine vince il Cagliari

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

La partita doveva disputarsi a porte chiuse, ma i pochi privilegiati che hanno potuto entrare a Is Arenas nel primo tempo non hanno goduto di uno spettacolo particolarmente esaltante, anzi, ma nella ripresa hanno rischiato l’infarto per tutto ciò che è accaduto. Una piccolissima parentesi prima di analizzare quest’incredibile partita va aperta sul fatto che sugli spalti ci fossero alcuni tifosi, come puntualmente è stato evidenziato dalle telecamere che riprendevano l’incontro. Si vede che il provvedimento di giocare a porte chiuse, perché lo stadio non è dotato di tutte le norme di sicurezza previste, prevedeva delle eccezioni oppure il servizio d’ordine, comunque presente, ha contravvenuto alla disposizione permettendo a pochi superfortunati di entrare.

Questa partita è destinata ad avere uno strascico di polemiche per quel che è avvenuto in campo nel secondo tempo, dopo che nel primo era prevalsa soprattutto la noia, a parte il gol di Sau che aveva permesso ai padroni di casa di andare al riposo in vantaggio e una mischia nell’area cagliaritana che almeno dimostrava che il Torino non si era fatto abbattere dallo svantaggio. Tutto sommato il rigore concesso dall’arbitro Peruzzo al 37’ per un intervento di Ogbonna in area che ha sbilanciato Sau poteva anche starci e l’attaccante è stato bravo dagli undici metri a calciare teso in modo da impedire a Gillet, che è riuscito a deviare con lo stinco la palla, di intervenire efficacemente. Nel primo tempo il Torino ha pensato più a contenere il Cagliari che solo a folate provava a pressare. L’atteggiamento con il quale i granata sono scesi in campo è apparso troppo rinunciatario con Stevanovic che non riusciva a essere incisivo e Cerci che faceva poco di più del serbo, mentre Bianchi e  Barreto non dialogavano fra loro ed erano lasciati troppo soli dai compagni. Per quello che si è visto la prima frazione di gioco è terminata con un risultato tutto sommato giusto che premiava i padroni di casa per averci creduto un po’ di più.

Nella ripresa Ventura e Pulga hanno mandato in campo gli stessi undici del primo tempo, ma la musica è subito cambiata. Il sospetto che Ventura abbia strigliato i suoi nello spogliatoio c’è, perché al Torino sono bastati sette minuti per ribaltare la situazione prima con Cerci che riceve un cross sporco, con palla che rimbalza a terra, da Darmian e di mancino trafigge Agazzi e poi con Stevanovic che non marcato riceve un pallone la cui traiettoria (cross di Darmian imbeccato da Cerci) era stata allungata dal portiere dei sardi per impedire che finisse a Bianchi e ed è bravo l’esterno granata a spedirla in rete. La partita sembrava chiusa perché malgrado gli spazi fossero più aperti poiché il Cagliari non poteva solo pensare a interdire la manovra granata, ma doveva provare a ristabilire almeno il pareggio, la squadra di Pulga probabilmente era frenata dal timore che il Torino in contropiede potesse nuovamente trafiggerla così non affondava quanto avrebbe potuto.
Con il passare dei minuti però e l’approssimarsi della mezz’ora del secondo tempo il Cagliari prendeva maggiore coraggio accelerando un po’ il ritmo della gara e provando con più convinzione a portarsi dalle parti di Gillet così al 76’ Cossu pennella un cross per Conti che, lasciato troppo solo al centro dell’area, ha tutto il tempo per coordinarsi alla perfezione e di testa mandare la palla alle spalle di Gillet. Raggiunto il pareggio il Cagliari vuole riprendersi il vantaggio grazie anche a una maggiore reattività dovuta all’ingresso di Pinilla al posto di Ibarbo. All’85 è proprio Pinilla che in area propizia il secondo rigore per i sardi e l’espulsione diretta di Ogbonna che lo stava marcando stretto per impedirgli di andare al tiro, il contatto tra i due c’è, ma le immagini non chiariscono del tutto quanto il difensore granata sia stato colpevole, forse nella decisione dell’arbitro ha pesato il fatto che già in occasione del primo rigore Ogbonna fosse il marcatore di Sau e che non fosse stato sanzionato. Fatto sta che lo stesso Pinilla va sul dischetto e per la seconda volta Gillet intuisce, ma non riesce a intercettare la palla. Ed è il tre a due per il Cagliari.
A questo punto la partita sembrava davvero finita poiché mancavano pochi minuti al termine, ma ecco che Ventura decide di sostituire Barreto con Diop, il ragazzo non fa tempo ad entrare in campo che all’altezza della linea di centrocampo e voltando le spalle a Ekdal nell’intento di proteggere il pallone tiene le braccia alte e larghe e dà una manata all’avversario. Per il signor Peruzzo il fallo è da rosso diretto. Così l’attaccante di origini senegalesi dopo appena venti secondi deve uscire dal campo, un record cui il giovane della Primavera aggregato alla prima squadra avrebbe fatto sicuramente a meno. La decisione del direttore di gara è apparsa eccessiva, un giallo era più che sufficiente visto che la manata era senza ombra di dubbio involontaria.
Se qualcuno davanti alla tv o a Is Arenas pensava che la partita non avrebbe regalato ulteriori emozioni si sbagliava di grosso, infatti il Torino non ci stava a tornare dalla Sardegna sconfitto e così provava a sfruttare al massimo i cinque minuti di recupero, da segnalare al 91’ l’esordio di Menga che prendeva il posto di Cerci, e al 92’ in una mischia in area Bianchi veniva trattenuto per la maglia da Astori ed ecco che Peruzzo fischiava il terzo rigore della gara. Lo stesso capitano granata con un tiro sotto l’incrocio dei pali riportava la squadra in parità. Ma non era ancora finita perché due minuti dopo gli rispondeva il capitano del Cagliari: Conti provava il tiro dalla distanza e centrava il fianco di Glik posizionato in mezzo all’area che stava cercando di togliersi dalla traiettoria e la palla schizzava in rete con il povero e sfortunatissimo Gillet che non poteva fare nulla per cercare di pararla, beffato dall’involontaria deviazione del compagno di squadra. Sembrava che l’arbitro concedesse ancora qualche secondo per tutto ciò che era accaduto nei minuti di recupero, ma scaduti i cinque, già precedentemente segnalati, Peruzzo decretava la fine di questo incredibile incontro.

Difficile dare un giudizio su questa partita, ma di una cosa il Torino deve rimproverarsi: l’aver sprecato il primo tempo giocando sottotono e non cercando di imporre il proprio gioco, è vero che gli spazi erano chiusi e che il Cagliari era molto attento in fase d’interdizione, ma il ritmo era blando e si poteva fare di più. Regalare un tempo agli avversari è sempre sbagliato e si finisce per pagarlo. Sui rigori e sulle espulsioni si può disquisire all’infinito, ma fanno parte, nel bene e nel male, del gioco e non si può far altro che accettarle, salvo da parte della società redigere un dossier e farlo recapitare a chi di dovere se il computo totale è a sfavore.

Il pareggio ieri sera del Palermo con il Genoa (0-0) e la sconfitta del Siena con la Juventus (3-0), in attesa di sapere cosa farà il Pescara con la Lazio lunedì sera, non fanno pesare più di tanto la sconfitta del Torino che è stato raggiunto in classifica proprio dal Cagliari e sorpassato dalla Sampdoria che ha battuto il Chievo (2-0) e ha agganciato il Parma a sua volta sconfitto dal Catania (1-2). Anche l’Atalanta è stata sconfitta dalla Roma (2-3) e a prescindere da quello che farà il Bologna martedì sera con la Fiorentina (partita rinviata per neve) i granata hanno comunque alle spalle quattro squadre (Chievo 29, Atalanta 27, Bologna e Genoa 26) che gli fanno da cuscinetto rispetto alle ultime tre (Pescara e Siena 21, Palermo 20). La sconfitta con il Cagliari non è un problema, voltare pagina e concentrarsi sulla partita di domenica prossima all’ora di pranzo con il Palermo, nove punti mancano alla matematica salvezza e c’è tutto il tempo per conquistarli in ben dodici partite, ma basta regalare spezzoni di gara agli avversari.