Accettabili le cessioni dei big solo se la rosa non sarà indebolita
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
E’ naturale che i calciatori dotati di tecnica e qualità aspirino a giocare in squadre che lottano per i primi posti della classifica e che si cimentano nelle competizioni internazionali e quindi per i club che hanno la forza per arrivare al massimo a posizioni di centro classifica è quasi impossibile trattenere questi giocatori. E’ altrettanto vero però che una squadra che ha ambizioni di posizionarsi stabilmente nella prima colonna della classifica, almeno fra il decimo e il sesto posto deve avere un parco giocatori di livello medio, tendente in qualche elemento all’alto, altrimenti non riuscirà, se non molto sporadicamente e grazie a congiunture favorevoli difficilmente direttamente collegate ai suoi meriti, a raggiungere questo obiettivo. Il sesto posto è quello che permette l’accesso all’Europa League solo ed esclusivamente se: la vincitrice della Coppa Italia si qualifica per piazzamento in campionato all’Europa League, quindi se arriva quarta o quinta, oppure se le due squadre che disputano la finale di Coppa Italia si sono qualificate per la Champions League.
Il Torino quest’anno ha praticamente (manca solo l’aritmetica certezza poiché devono essere ancora disputate nove partite) centrato l’obiettivo di restare in serie A e di conseguenza dalla prossima stagione è verosimile che alzi un pochino l’asticella delle aspettative e si ponga come nuovo traguardo quello di posizionarsi nella prima parte della classifica. La squadra granata è riuscita a raggiungere quanto si era prefissata perché ha allestito una rosa di giocatori dotati delle qualità per arrivare alla salvezza, di conseguenza per il prossimo campionato non solo dovrà mantenere lo stesso livello qualitativo, ma dovrà obbligatoriamente innalzarlo se vorrà raggiungere obiettivi superiori. Per farlo è indubbio che qualcuno fra i giocatori big dovrà essere ceduto per far cassa, esattamente come accade da anni a squadre come l’Udinese e il Catania che pur privandosi dei calciatori più forti riescono a stazionare stabilmente nella prima parte della classifica e a tenere i conti societari a posto.
Per fare cassa il Torino può contare su Ogbonna, Cerci, che però è in comproprietà con la Fiorentina, D’Ambrosio e Darmian, che non ha qualità e capacità inferiori a D’Amborsio però mediaticamente è tenuto molto meno in considerazione, forse perché è in comproprietà con il Palermo e non stupirebbe se la società granata, dopo averlo valorizzato e con l’intento di puntare su di lui anche in futuro, in questo periodo facesse di tutto per tenerlo lontano dai riflettori. Gli altri giocatori dell’attuale rosa o sono giovani che devono ancora dimostrare il loro valore o sono calciatori che non rientrano negli interessi delle società che hanno ambizioni pari o superiori a quelle granata, per di più i cartellini di molti di loro non sono neppure di totale proprietà del Torino e alcuni sono solo in prestito. Se uno o più di uno fra Ogbonna, Cerci e D’Ambrosio dovesse cambiare maglia il prossimo campionato il Torino con quanto incassato dovrà prendere giocatori dello stesso livello, altrimenti finirebbe per indebolire l’organico, quindi calciatori che sono le seconde o le terze riserve nei club medio-grandi difficilmente potrebbero essere utili a centrare l’obiettivo di piazzarsi fra il decimo e il sesto posto, lo stesso dicasi per giovani che non si sono ancora stabilmente cimentati con le massime divisioni, senza contare che i nuovi calciatori devono avere le caratteristiche tecnico-tattiche utili al gioco di Ventura.
La programmazione del Torino per il prossimo campionato sarà molto delicata e non ammette errori, far tesoro di quelli passati sarà il primo passo che dovrà compiere la dirigenza, il secondo, non meno importante, sarà dimostrare di aver acquisito la mentalità da società di serie A ambiziosa e consapevole della propria forza e dei propri obiettivi e capace di imboccare la strada diretta per raggiungerli.