Adesso è Cairo che deve mantenere la parola data a Juric costruendo un Torino competitivo
Fonte: Elena Rossin
La notizia che Juric rimarrà al Torino ha fatto tirare un enorme sospiro di sollievo a moltissimi. L’allenatore con il suo volersi sempre migliorare è l’uomo giusto per portare la squadra granata oltre la metà classifica dove per dirla con parole del croato: “La storia del Toro dice che devi lottare per obiettivi prestigiosi”. E’ comunque realista il mister: “La realtà dice che non hai il potere economico come le altre società”. E infatti non pretende una rosa da Champions, ma di qualità sufficiente ad andare oltre il 10° posto, da lui sempre onestamente indicato come quello che può raggiungere, e lo ha fatto per due anni consecutivi, il gruppo di giocatori che ha avuto a disposizione in queste due stagioni. Serve una rosa che quindi possa puntare al 7°/6° posto che sono i due che portano alla Conference League, il 7° solo se la vincitrice della Coppa Italia arriva fra le prime sei e il 6° che garantisce l’approdo.
Per scalare tre-quattro posizioni la base c’è e l’ha costruita proprio Juric tirando fuori il meglio da chi aveve a disposizione infatti ha chiesto, come si legge su Tuttosport, che siano confermati 12 giocatori: Buongiorno, Ilic, Karamoh, Kone che rientrerà dal prestito al Frosinone, Milinkovic-Savic, Pellegri, Radonjic, Ricci, Sanabria, Schuurs, Singo e Zima. Dell’attuale rosa ha chiesto che siano riscattati: Vlasic, Miranchuk e Lazaro. E che possibilmente restino: “Djidji, Linetty e Rodriguez”. Il mister ha anche accettato che se arrivassero offerte superiori ai 30 milioni di euro sarebbe inevitabile la cessione di Schuurs, cosa d'altronde che aveva già detto pubblicamente. Tutto condivisibile, magari servirebbe un portiere titolare che garantisca di fare parate quando l’avversario elude la difesa commettendo qualche errore in meno di Vanja, ma su questa questione anche per Juric, oltre la società, sembra che possa bastare il serbo con cittadinanza spagnola. Intanto è stato scelto il vice: il 22enne rumeno Popa, arrivato svincolato dal Voluntari.
La difesa titolare quindi c’è e pure il centrocampo per cui serve agire sulle fasce e sull’attacco. Aina va via da svincolato, Vojvoda ha reso meno della passata stagione, Bayeye è troppo acerbo per la serie A, Singo ha il contratto che scadrà nel 2024 e se non rinnova sarà ceduto e Lazaro va riscattato dall’Inter però il Torino vuole un congruo sconto rispetto ai 6 milioni di euro pattuiti, verosimilmente il club granata non vorrebbe spenderne più di 4. Servono quindi almeno 2 giocatori per le fasce entrambi per la sinistra, un titolare e la riserva, sempre che restino Singo e Lazaro altrimenti ne servono due anche per quella destra. Le due punte Sanabria e Pellegri sono fra i confermati, ma un terzo non guasterebbe nel caso di infortuni o se Tonny non continuasse a segnare come ha fatto nel 2023, dieci dei dodici gol totali. E sulla trequarti tutto dipende dai riscatti di Vlasic e Miranchuk. Il Torino vorrebbe che il West Ham si accontentasse per Nikola di 8 mln rispetto ai 13 pattuiti e che l’Atalanta per Aleksej non s’impuntasse per gli 11 come da accordi al momento del prestito. Entro sabato il Torino dovrebbe riscattare Vlasic e ha tempo poi una decina di giorni per fare altrettanto con Miranchuk, nulla vieta che si vada anche oltre visto che il croato non rientra nei pian del West Ham e il russo dell’Atalanta, ma tenuto conto dei precedenti dell’estate scorsa con Praet e anche Pjaca se i termini per esercitare il diritto di riscatto non fossero rispettati il rischio di non rivederli al Toro c’è eccome. Potrebbero quindi servire 2 trequartisti.
Tutto dipende da Cairo. Domenica a Masio c’è stato l’incontro fra Juric, Cairo e Vagnati e i tre sanno benissimo che cosa si sono detti per cui ora si deve passare dalle parole ai fatti. Il direttore tecnico dovrà dimostrare tutta la sua abilità nel convincere West Ham, Atalanta e Inter ad abbassare le pretese e poi acquistare nel più breve tempo possibile, s’intende prima del ritiro che è in programma a Pinzolo a partire dal 17 luglio, i giocatori che mancano per completare l’undici titolare e assicurare riserve che non si discostino per qualità di molto. Vagnati però deve essere rifornito di un budget adeguato per fare gli acquisti altrimenti non potrà mai cercare di accontentare Juric fornendogli una rosa più competitiva dell’attuale e anche il mister lo sa. Se Juric ha deciso di restare è perché ha avuto garanzie sul fatto che la rosa non sarà smantellata di nuovo come accadde la scorsa estate: “Ciò che è successo l'anno scorso è stato molto pesante, ma molto pesante. Questo sicuramente bisogna evitarlo” ha chiaramente detto dopo la gara con l’Inter. Ma anche garanzie che sia resa migliore con l’arrivo di giocatori di qualità che non siano solo da rilanciare o giovani di belle speranze.
Una domanda aleggia sul Torino: Il presidente Urbano Cairo metterà nelle condizioni Vagnati e Juric di lavorare per portare la squadra a disputare la Conference League?