Al Torino certi numeri sono da serie B ma è da escludere la retrocessione
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
I numeri sono oggettivi e incontrovertibili e i punti incamerati dal Torino fra la settima e la ventunesima giornata sono da fortissimo rischio retrocessione, infatti, in quindici partite sono stati tredici con una media di 0,86 a gara. Prendendo il dato della media e facendo una proiezione sul complessivo di trentotto giornate si arriva a 32,93. Lo scorso campionato il Cagliari, terzultimo, retrocedette con 34 punti, quello precedente il Catania con 32 e andando a ritroso e prendendo sempre in considerazione chi si piazzò al terzultimo posto nei tornei della massima serie a venti squadre che prevedevano tre discese in serie B, quindi fino alla stagione 2004-2005, si hanno: Palermo 32, Lecce 36, Sampdoria 36, Atalanta 35, Torino 34, Empoli 36, Chievo 39, Lecce 29 e Bologna 42.
Detto questo, non si può non considerare che il Torino nelle prime sei giornate di punti ne ha conquistati tredici, quindi se anche nelle prossime diciassette gare, che mancano alla fine del torneo, continuasse con la miserrima media di 0,86 arriverebbe a 40,73 e avrebbe buone possibilità di salvarsi, poiché la quota che negli ultimi campionati è indicata per non retrocedere è proprio 40 e, quasi sempre, sono bastati meno punti. Facendo una proiezione del girone d’andata su quello di ritorno la situazione per i granata sarebbe ancora più rosea perché la prima parte del campionato, includendo anche la partita recuperata con il Sassuolo, ha visto il Torino arrivare a quota 23 e se facesse altrettanto nel girone di ritorno di punti alla fine ne avrebbe 46, che significano certezza di restare in serie A.
Indubbiamente, però, il Torino sta deludendo e rendendo sotto le aspettative d’inizio stagione. Allenatore e dirigenti sono nel mirino, il primo perché non trova e forse è anche restio a individuare nuove soluzioni sul piano del gioco e non riesce a correggere atavici difetti, i secondi perché avrebbero potuto agire ancora meglio in sede di calciomercato e pretendere di più da allenatore e giocatori. Adesso serve che tutti si assumano le proprie responsabilità e valutino come agire per concludere la stagione senza gettare via ciò che di buono è stato fatto negli ultimi anni e, poi, con grande obiettività e serenità vedere se ci sono veramente le basi per far ripartire il progetto che era stato fatto oppure se va ripensato e riprogrammato il futuro.