Al Torino prima che si spezzi qualche cosa si deve correre ai ripari: un trequartista e un centravanti sono indispensabili
Fonte: Elena Rossin
Perdere con il Milan al Meazza ci sta, ma farlo come è accaduto ieri sera al Torino, 1 a 4, va ben oltre il divario oggettivo che c’è fra le due squadre. Lucida l’analisi nel post partita che ha fatto Juric ai microfoni di Danz: “Non serve analizzare gli episodi perché il divario col Milan è stato enorme. Non era mai successo in due anni e mezzo di essere così nettamente inferiori agli avversari. Loro avevano un'altra gamba. Forse si poteva far meglio tecnicamente, ma il divario è stato enorme in termini di velocità, accelerazione, forza e tecnica. In tutto praticamente. È la peggior partita da quando sono allenatore del Toro. Abbiamo battuto due volte il Milan l'anno scorso, con merito, oggi non siamo riusciti a competere”. Approccio troppo cauto, poche idee, errori individuali, Schuurs e Rodriguez, e collettivi sia in fase difensiva sia in quella offensiva, giocatori che non sono ancora in forma, Bellanova anche in parte Ricci, Sanabria e Pellegri e pure Tameze che non ha neppure giocato, altri che stanno rendendo decisamente al di sotto delle loro possibilità, Ilic in particolare. E poi l’infortunio a Sanabria dopo venti minuti, e Vlasic e Lazaro che sono arrivati da poco. Tutto si somma.
Persino Juric sembra meno battagliero. Il suo atteggiamento comunicativo che da mesi è cambiato nelle conferenze sembra avere ripercussioni anche sulla squadra in campo. Il fatto poi che a inizio stagione la società non ponga mai obiettivi anestetizza tutto e forse crea anche alibi in qualcuno. Prima che si spezzi qualche cosa al Torino si deve correre ai ripari. La squadra è di fatto quella dell’anno scorso: sono andati via Aina, Singo e Miranchuk e presi Bellanova e Tameze più il giovane portiere Popa. Mancano ancora sei giorni alla chiusura del calciomercato e se da tempo Juric continua a insistere nel sottolineare che manca “Miranchuk serve la sua fantasia” un motivo ci sarà e non dargli una tipologia di calciatore che è fondamentale per il suo gioco è equiparabile a sminuirlo in quanto non lo si ascolta completamente. E’ vero è stato accontentato con altri giocatori il rinnovo di Djidji, i ritorni di Vlasic e Lazaro, gli arrivi di Ilic lo scorso gennaio e poi adesso di Tameze e Bellanova e al momento nessun big, Buongiorno, Schuurs e Ricci, è stato ceduto però l’organico resta incompleto. Oltre al trequartista serve un quarto terzino.
E poi c’è la questione centravanti. Vanno fatti ragionamenti diceva Juric al termine del ritiro a Pinzolo: "Sono valutazioni veramente pesanti. L’anno scorso Pellegri c’è stato poco e ci sono state anche tante partite dove non c’era neanche Sanabria e abbiamo dovuto giocare senza attaccante. Abbiamo pagato il fatto di non avere un attaccante in certe partite. Dobbiamo valutare bene. Indubbiamente Pellegri è un attaccante di prospettiva, ma bisogna vedere se riuscirà a trovare continuità, pace e tutto il resto. E’ una scelta non facile da fare perché se si prendesse un terzo attaccante si chiuderebbero gli spazi, però garantirebbe di avere una punta sempre". E venerdì alla vigilia della partita con il Milan: . “Sappiamo che sul gioco d'attacco si lavora e si migliora, ma è anche una cosa molto individuale ed è pure per questo che gli attaccanti hanno sempre un prezzo speciale”. E ora che Sanabria ha accusato un problema al flessore della coscia destra che faranno al Torino a prescindere dall’entità dell’infortunio?
La squadra deve sapere vedendo attraverso i fatti concreti che la società è in piena sintonia con Juric. La situazione attuale l’ha chiarita molto bene l’allenatore prima della resa del Torino di ieri sera al Milan: “Per fare di più bisogna migliorare anche attraverso il mercato. Adesso io seguo la società e ciò che vogliono fare loro, quello che pensano e vado dietro a loro. L'impulso per la futura crescita deve arrivare dalla società, non più da me". Già non dipende più da Juric: ecco, appunto.