.

Al Torino serve una scossa d’orgoglio e il derby con la Juventus è l’occasione giusta

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Giocatori di Toro e Juve

Il Torino ha perso cinque delle ultime sei partite in campionato e questo lo ha fatto scivolare dal primo posto, che senza dubbio aveva illuso qualcuno magari anche qualche giocatore, della quinta giornata al decimo dell’undicesima. E’ vero che nel frattempo si è infortunato Zapata, perdita importante perché unico giocatore in grado di tenere più alta la squadra e capace di fare reparto da solo in attacco permettendo così anche a Adams di esprimersi al meglio. Però anche quando c’era Duvan il Torino subiva gol a causa di gravi disattenzioni difensive da parte di giocatori anche esperti, quindi non di ragazzi ai primi passaggi in Serie A. L’aver da parte della società smantellato in estate la difesa, che era fra le migliori da tre stagioni, è stato un errore madornale perché non si possono “eliminare” nella linea difensiva in contemporanea ben due, Buongiorno e Rodriguez, titolari su tre (Djidji l’anno scorso aveva giocato molto poco a causa di infortuni per cui lo si lascia fuori dal discorso) e poi anche il 22 agosto Bellanova, pure all’insaputa dell’allenatore, senza pensare che non ci saranno delle conseguenze, tanto più se poi vengono sostituiti con calciatori che sono diciamo discreti, ma nulla più, e con tre, Pedersen, Maripán e Walukiewicz, che arrivano a campionato già iniziato da una giornata. La speranza del ritorno di Schuurs, che si era infortunato (lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro) il 21 ottobre del 2023, pur spendo che i tempi del recupero si erano allungati a causa di problematiche insorte durante la riabilitazione è stata quantomeno un errore di valutazione che però non è ammissibile in Serie A. Ma nonostante tutto questo se il Torino avesse avuto difficoltà nelle prime partite sarebbe stato più logico invece la flessione, sia sul piano del gioco sia su quello dei risultati, si è avuta da dopo la quinta giornata e questo è preoccupante.

Gli approcci sbagliati, mollezza, ad alcune partite, persino in quella con il Como neopromosso, hanno favorito gli avversari e solo con i lariani alla fine è andata comunque bene. Va quindi subito invertita la rotta. Mister Vanoli continua a ripetere che ci vuole tempo, ma a fronte di cinque partite perse su undici giocate il tempo inizia a stringere seppur non si sia ancora arrivati a un terzo del campionato. L’allenatore ha più volte sottolineato che ci vuole maggiore personalità, sfrontatezza, più leggerezza e anche pazienza.  Lo ha detto chiaramente dopo la sconfitta con la Fiorentina: “Abbiamo perso un po' la sfrontatezza di mentalità, la leggerezza che ci aveva un pochettino permesso, soprattutto all'inizio, di esprimere qualche cosa di veramente importante. Adesso questo lo dobbiamo ritrovare, perché è normale che una squadra che viene da un periodo così negativo perda un po' l'autostima, soprattutto perché devi cercare situazioni nuove e su questo dobbiamo lavorare. Però, ripeto, sono questi momenti negativi che ti devono far diventare ancora più forte: io la vedo così. Vedo sempre la strada davanti, so che c'è tanto da lavorare e l’ho detto ai ragazzi che ci dobbiamo mettere a lavorare, dobbiamo essere un po' più attenti. Oltre alla prestazione (negativa, ndr) di Roma, prima subivamo tanti tiri e tutto, ma facevamo più gol, e adesso su ogni tiro siamo un po' troppo penalizzati, però la fortuna la si deve andare a cercare”. E in precedenza dopo quella con la Lazio aveva affermato: “Mi dà fastidio quando qualcuno si nasconde: bisogna avere il coraggio e abbiamo già dimostrato all’inizio di saper giocare per cui dobbiamo continuare, però si deve capire che ci vuole intensità in ciò che si fa e bisogna continuare a farlo bene. … Serve avere un po’ più personalità. A volte vogliamo andare subito diretti a fare la giocata, ma in qualche caso ci vuole pazienza. Soprattutto quando all’inizio la Lazio ci schermava le due punte abbiamo attaccato poco la profondità. Con un giro palla in più dall’altra parte ci sarebbe stato più spazio. Abbiamo fatto fatica a trovare i quinti, ma è dal ritiro che dico che è la chiave. Infatti nel secondo tempo li abbiamo trovati un po’ meglio e Pedersen si è trovato ad andare a crossare. Se si è lenti ad andare a trovare i quinti è poi normale che quando ti chiudono devi essere bravo a reggere la palla. Sono tutte cose che sappiamo e che dobbiamo migliorare, ma sappiamo anche di saperle fare".

Sabato ci sarà il derby e nessun tipo di quelli che Vanoli definisce errori tecnici abbastanza evitabili dovrà essere fatto, così come non potrà essere sbagliato l’approccio alla partita entrando in campo senza la ferocia agonistica che permette di buttare il cuore oltre l’ostacolo. La Juventus ha un organico più attrezzato e più forte e su questo, piaccia o non piaccia, non ci sono dubbi. Però non è una squadra imbattibile, anche se finora in campionato non ha mai perso (5 vittorie con Como, Verona, Genoa, Lazio e Udinese e 6 pareggi con Roma, Empoli, Napoli, Cagliari, Inter e Parma), l’unica sconfitta finora è arrivata in Champions ad opera dello Stoccarda. Ha la miglior difesa della Serie A con soli 7 gol subiti, il Torino con 16 è dodicesimo in questa graduatoria, e segna abbastanza, 19 le reti fin qui realizzate a fronte delle 15 dei granata. I bianconeri in classifica occupano il 6° posto e hanno 7 punti in più del Torino che con 14 è al 10°. Ai giocatori del Torino serve una scossa d’orgoglio e non c’è avversario migliore della Juventus (giocherà nel proprio stadio) per metterla in campo, regalando così ai propri tifosi finalmente una gioia visto che la vittoria nel derby manca dal 26 aprile 2015 e in casa dei bianconeri addirittura dal 9 aprile del 1995.


Altre notizie
PUBBLICITÀ