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Al Torino serve una soluzione per gli esterni: perché non puntare su Parigini?

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Vittorio Parigini

Mazzarri è alla ricerca del miglior equilibrio per il Torino e ha deciso di puntare come modulo base sul 3-5-2 e in alternativa sul 3-4-3 o anche su varianti che possano permettere di fare rendere al maglio i tanti attaccanti esterni e trequartisti che ha in rosa. Per il 3-5-2 servono esterni di centrocampo con caratteristiche tecniche ben precise poiché devono essere capaci di fare sia la fase difensiva sia quella offensiva. In rosa ci sono De Silvestri e Ansaldi e poi Mazzarri ha utilizzato nelle amichevoli estive Berenguer e Parigini. I giocatori che più di tutti danno garanzie per questo ruolo sono De Silvestri e Ansaldi, però, già in qualche occasione nello scorso campionato Ansaldi era stato utilizzato come interno di centrocampo e anche nell’ultima amichevole con il Liverpool quando è entrato lo ha fatto al posto di Baselli collocandosi in campo, quindi, come mezzala. Il fatto che il mister continui a provare soluzioni differenti non può passare inosservato e significa, al di là delle dichiarazioni pubbliche, che sta ancora cercando il miglior assetto.

Il Torino a inizio mercato aveva deciso di prendere Bruno Peres e si sapeva che Barreca sarebbe andato via come poi è accaduto e questo ha fatto sì che anche numericamente nel ruolo di esterni mancassero uomini e, infatti, a Bormio in ritiro era stato portato Parigini che rientrava dal prestito al Benevento. In più Mazzarri ha utilizzato Berenguer sulla fascia sinistra poiché lo spagnolo già nell’Osasuna aveva ricoperto il ruolo pur non avendo le caratteristiche perfette e neppure la fisicità. Nelle amichevoli estive Berenguer in più di un’occasione ha palesato la difficoltà a saltare l’uomo e non solo nella gara con il Liverpool. Parigini da canto suo quando è stato mandato in campo nelle sfide estive e anche durante le partitelle d’allenamento ha fatto di tutto per mettersi in mostra agli occhi dell’allenatore per convincerlo a tenerlo in rosa.

Parigini non avrà le caratteristiche perfette per fare l’estero nel 3-5-2, però, ha fatto vedere che non sfigura e ha anche dimostrato di saper saltare l’uomo e andare a crossare sul fondo. Deve migliorare e affinare la fase difensiva ed essere ancora più incisivo in quella offensiva, ma pensare di puntare su di lui, piuttosto che andare a prendere negli ultimi giorni di mercato un giocatore straniero o anche italiano che debba inserirsi nel contesto della squadra e apprendere il gioco che vuole il mister, non sarebbe un’idea tanto campata in aria.

Vittorio è cresciuto nel vivaio granata dove all’inizio era una prima punta e poi un esterno d’attacco ed è andato a maturare esperienza nelle scorse cinque stagioni, con alterne fortune, nella Juve Stabia, nel Perugia, nel Chievo, nel Bari e nel Benevento. Proprio nell’ultimo campionato nel Benevento ha saputo ritagliarsi un posto da titolare e con l’Under 21 ha sempre disputato buone partite. Parigini, cresciuto a pane e Toro, ha assoluta voglia di restare in granata e sta cercando sempre di più di convincere Mazzarri, che lo apprezza, a puntare su di lui. Il Torino dovesse decidere diversamente potrebbe piazzarlo in squadre come, ad esempio, il Frosinone o l’Empoli, ma il ragazzo nel pre-campionato ha dimostrato di non essere inferiore a Berenguer e tenerlo potrebbe essere la soluzione giusta sia per il costo zero sia perché può tornare utile anche come esterno d’attacco quando Mazzarri non vorrà utilizzare il 3-5-2. Con il massimo impegno e la duttilità a ricoprire più ruoli e a giocare sia a destra sia a sinistra Parigini potrebbe passare dall’essere una promessa al diventare una certezza e per lui farlo indossando la maglia granata sarebbe il massimo.


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