Al Torino servono al più presto punti per evitare il tutti contro tutti
Fonte: Elena Rossin
Giampaolo è uno di quegli allenatori che insegnano calcio e che ha un modulo il 4-3-1-2 dal quale non deroga per cui gli serve tempo affinché i giocatori apprendano ciò che devono fare in campo, tanto più che il mercato non gli ha portato né il regista né il trequartista di ruolo indispensabili per il suo rombo di centrocampo. Ma nel calcio il tempo è un lusso che in pochi si possono concedere e che a quasi nessuno è dato perché se non arrivato i risultati positivi iniziano inevitabilmente a serpeggiare i malumori.
Il Torino, che già arriva da una stagione negativa e foriera di tanti rimpalli di responsabilità, ha bisogno come l’aria che si respira di voltare pagina, ma le tre sconfitte nelle prime tre partite stanno preparando il terreno per far emergere le tante insoddisfazioni, come riportato anche da Tuttosport. Cairo voleva far cassa con le cessioni e non è accaduto. Vagnati ci teneva a ben figurare e a far vedere le sue qualità di direttore sportivo in una piazza più grande e mediaticamente sotto i riflettori, ma senza un budget adeguato e con i paletti imposti sui costi dei cartellini dei giocatori da dar via è quasi impossibile fare bene, Giampaolo non ha ricevuto tutti i giocatori che gli servivano e deve adattarsi con quelli che ha. I calciatori che volevano andare via sono rimasti e rischiano di fare panchina e quelli che giocano collezionano figuracce o comunque sono coinvolti negli insuccessi. I tifosi, almeno buona parte di loro, da molto tempo non vedono l’ora che Cairo venda il Torino e se ne vada.
E’ evidente quindi che se al più presto il Torino non inizierà a fare punti i malumori che al momento restano sotto traccia emergeranno con tutta la loro forza dirompente e scateneranno un tutti contro tutti che inevitabilmente porterà solo ad altri problemi e sconfitte. La forza di una società sta nel saper appunto affrontare i problemi e risolverli prima che se ne creino altri e serve farlo con assoluta trasparenza e senza sorrisi o parole di circostanza nella speranza che basti la facciata del noi siamo tutti uniti e concordi, mentre sono quelli fuori che vedono problemi che non ci sono e, anzi, provano a seminare zizzania. Chi è fuori ci vede benissimo e sa come stanno le cose perché chi è dentro, anche se a bassa voce e magari solo con mezze parole sussurrate qui e là, esterna i propri malumori. Lanciare l’allarme non è seminare zizzania, ma è il tentativo, forse anche romantico, di evitare che si chiudano le porte della stalla dopo che i buoi sono scappati.