Al Torino servono motivazioni: tocca ai tifosi pur nella distanza sociale
Fonte: Elena Rossin
Quando ci sono delle difficoltà, nel calcio così come nella vita, in campo deve scendere chi ha la forza e la capacità di crederci incondizionatamente. Al Torino una sola componente ha sempre e da sempre messo l’anima e il cuore per la causa: i tifosi. E adesso tocca a loro scendere in campo, seppur virtualmente e rispettando la distanza sociale imposta dalla pandemia da Covid-19. Il momento per il Torino è molto delicato. Si va nella direzione di riprendere il campionato, anche se non si sa ancora se e quando, ma da domani i giocatori tornano ad allenarsi collettivamente, il primo fondamentale passo per tornare a disputare le partite. Se in Germania la Bundesliga ha ripreso non si vede perché non debba fare altrettanto la Serie A, e anche le altre serie, smettendola con tanti se e ma e passando dalle parole ai fatti creando un protocollo compatibile con il gioco del calcio in sicurezza con la tutela della salute e mettendo paletti sensati e non aggirabili in modo da evitare ricorsi e cause varie.
Tornando al Torino, dopo mesi passati ad allenarsi a casa e da qualche giorno su base volontaria e individualmente al Filadelfia i giocatori adesso sono chiamati a rimettere i muscoli a lucido in modo da farsi trovare pronti e nella migliore forma atletica possibile per concludere il campionato. I problemi prima dello stop forzato erano tali che a rischio c’è la permanenza in Serie A frutto di un mercato estivo e invernale completamente sbagliato, di scelte di Mazzarri che non hanno portato agli esiti sperati, di un cambio di allenatore tardivo per cercare di dare una scossa quando ormai la situazione era precipitata, ma anche di errori commessi in campo dai giocatori imputabili solo ed esclusivamente a loro.
Indietro non si può tornare e allora si guardi avanti e si pensi che nelle prossime 13 partite l’unico obiettivo è far sì che il Torino resti in Serie A, poi se dovranno volare gli stracci, voleranno. Servono motivazioni, i giocatori dovrebbero averle a mille non foss’altro per riscattarsi da prestazioni indegne di professionisti che militano in Serie A, non di tutti per carità, ma a salvarsi sono ben pochi. Però, un aiuto non guasta per cui i tifosi, pur essendo gli unici a non avere colpe per la situazione che si è creata, diano una mano loro che conoscono l’essenza di essere Granata, con la G maiuscola. Prendano per mano la squadra e insieme a mister Moreno Longo e con il supporto di Sirigu, Belotti e Ansaldi, i tre giocatori che più di tutti hanno dato esempio di fornire prestazioni positive anche quando quelle di tutti gli altri non lo erano, la conducano a conseguire la salvezza.