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Al Torino servono subito rinforzi pronti per andare in campo e far segnare gli attaccanti

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Cairo e Mazzarri

Belotti corre e si sbatte a tutto campo e non è lucido sotto porta, Falque si sacrifica e si adatta in ruoli che non sono l’esterno offensivo di destra e risulta meno efficace sia come giocate sia in termini di reti segnate. Zaza è fatto giocare quasi esclusivamente da subentrante. Il Risultato è che gli attaccanti di primo piano del Torino segnano poco, infatti, dopo venti giornate di campionato Belotti di gol ne ha realizzati 7, quattro su calcio di rigore, Falque 3 e Zaza 1. Colpe ne hanno quando non centrano lo specchio della porta, ma hanno anche alibi e non di poco conto perché sono poco riforniti e in più per quel che riguarda il “Gallo” spende troppe energie in giro per il campo, Falque gioca in un ruolo per lui non naturale e Zaza entrando quasi sempre nella ripresa non ha tanto tempo a disposizione per mettere la palla in rete. Se a tutto questo si aggiungono gli errori commessi in fase difensiva che hanno comportato il subire troppi gol evitabili si comprende perché il Torino sta rischiando di gettare al vento anche in questo campionato la possibilità di lottare fino all’ultimo per un posto in Europa League.

Non tutto è perduto sia ben chiaro, ma per evitare che lo diventi da una parte va un po’ cambiato il sistema di gioco della squadra. E’ chiaro che Mazzarri ha il dovere di mandare in campo una formazione equilibrata e che non rischi di subire troppi gol, ma se poi comunque per “ingenuità” come dice lui i gol sono presi lo stesso e gli attaccanti ne fanno pochi allora tanto varrebbe cambiare qualche cosa. Magari schierare il tridente Falque, Belotti e Zaza, fin dall’inizio oppure dirottare Ansaldi dalla fascia più verso il centro del campo visto che da mezzala si districa bene o anche passare a una difesa a quattro. Ma se proprio il mister ritiene che l’assetto non debba o non possa essere mutato allora che s’inventi movimenti e compiti diversi per i singoli calciatori in modo che il gioco offensivo ne tragga vantaggi.

Un altro valido modo per evitare che la squadra si allontani dalla zona Europa League è rinforzarla visto che il calciomercato fino al trentuno gennaio sarà aperto. La cosa sarebbe dovuta avvenire subito all’apertura del mercato il tre gennaio tenuto conto che i limiti della squadra erano già ampiamente emersi e che così grazie alla sosta del campionato Mazzarri avrebbe avuto un minimo di tempo per integrare al gruppo i nuovi o almeno un nuovo, ma comunque c’è ancora un po’ di tempo per correre ai ripari.
Certo che se il Torino è più orientato a trovare giovani di belle speranze all’estero in ottica futura, gli ultimi nomi circolati sono Aurelien Tchouameni, Yacine Adli e Alexandru Mitrita, è evidente che difficilmente arriverà un giocatore che sia subito utile alla causa. Anche nel caso di giocatori un pochino più esperti, ma ai margini dei loro club o non al centro del progetto per svariati motivi come Jesé Rodriguez Ruiz o Adam Maher.
Magari il discorso potrebbe essere un po’ differente per Gagliardini dell’Inter,  Piazon del Chelsea o Lazzari della Spal, ma se Mazzarri è certo che Roberto Pereyra possa essere l’uomo utile allora sarebbe meglio fare di tutto per prenderlo subito, anche se l’esborso finanziario non sarebbe di poco conto visto che il Watford chiede circa 25 milioni. L’ostacolo economico è risolvibile con una trattativa ben condotta e forse inserendo anche qualche giovane proveniente dal vivaio, come su tutti Parigini o Edera (piacciono all’Udinese altro club di proprietà della famiglia Pozzo), si raggiungerebbe un accordo per un prestito con obbligo di riscatto per una cifra complessiva ritenuta non troppo onerosa dal Torino. Per cercare di mantenere il controllo del cartellino delle eventuali contropartite tecniche ci sono sempre clausole sul numero di presenze o la possibilità di una recompra. Se c’è la volontà rinforzare la squadra si può senza dover aspettare per forza che piova dal cielo un’occasione particolare o uno scambio.


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