Al Torino servono tempismo e decisionismo su tutto: ds, allenatore e giocatori
Fonte: Elena Rossin
Se il campionato riprenderà oppure no è un discorso a parte perché comunque il Torino dovrà impostare un nuovo ciclo facendo tesoro degli errori del passato per non più ripeterli altrimenti sarà inevitabile dedurre che manca la volontà di migliorare. Il mercato estivo sarà tra i più complicati perché scarseggerà per tutti la liquidità e chi ha buoni giocatori e ambizioni di classifica se li terrà e di conseguenza per indurli a cambiare maglia l’unica strada sarà offrire ingaggi più allettanti in termini di durata e soldi. Allo stesso modo tirare alle lunghe le trattative nella speranza di abbassare le pretese di altri presidenti potrebbe portare ancor più che in passato all’inserimento di altri club che con blitz mirati e veloci possono soffiare il giocatore. Sperare di fare affari, sempre che si tratti di veri affari, all’ultimo minuto è altrettanto improbabile.
Il Torino di solito attendista e cauto dovrà quindi cambiare strategia: serviranno tempismo e decisionismo. Prima di tutto si dovrà fare subito chiarezza se la linea intrapresa con Massimo Bava direttore sportivo e Moreno Longo allenatore è quella che si vuole portare avanti e se è così allora vanno subito stroncare pubblicamente le voci che girano sul possibile arrivo di Davide Vagnati, arrivo che potrebbe comportare anche il cambio di allenatore. Se anche Vagnati arrivasse con un ruolo un po’ diverso, magari come responsabile dell’area tecnica e Bava restasse con quello di direttore sportivo, andrebbero ben chiarite le sfere di competenza per evitare di ritrovarsi con due galli nello stesso pollaio, tanto più che è il presidente Urbano Cairo che si occupa in prima persona delle trattative di mercato più importanti ed essendo un accentratore, caratteristica che non è per forza da annoverarsi come negativa, ridurrebbe i margini di manovra sia del direttore tecnico sia di quello sportivo.
Stesso discorso vale per i giocatori che devono essere funzionali agli obiettivi da raggiungere e, cosa non secondaria, devono voler veramente sposare la causa granata. In scadenza al 30 giugno ci sono De Silvestri, Ujkani e anche Ansaldi. Per quest’ultimo va ricordato che il Torino ha un’opzione di prolungamento del contratto di un anno che può esercitare, ma se sta trattando con il giocatore vuole dire che non c’è la volontà di avvalersi dell’opzione, come rivelato da Tuttosport qualche giorno fa, perché il club vuole rinegoziare i termini economici. Vanno per tanto accelerate le trattative se si vuole tenere i giocatori altrimenti lasciarli liberi di accasarsi altrove in modo da trovare i sostituti e non farsi scappare le prime scelte.
Fondamentale è anche, se non soprattutto, blindare Sirigu e Belotti che hanno i contratti in scadenza nel 2022, in modo da dare un segnale forte sulle ambizioni. E poi vanno prese decisioni su tanti giocatori in particolare su quelli che hanno un andamento troppo altalenante e con resa inferiore alle aspettative. Solo prendendo decisioni chiare e nette su chi c’è e deve restare permette poi di andare a completare la squadra colmando anche le lacune che ci sono da tempo. Il tempismo e il decisionismo sono le “armi” da utilizzare e questo vale per un Torino che resta in Serie A, ma anche se riprendendo il campionato dovesse malauguratamente non restare nella massima divisione, ma questa è un’ipotesi che al momento non si vuole prendere in considerazione pur consapevoli che esiste.