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Al Torino tutti devono dare di più anche Belotti

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

E’ nei momenti difficili che si vede chi è un vero leader e chi, invece, non ha la forza o forse la capacità oppure anche la voglia di rimboccarsi le maniche e dare il buon esempio trascinando il resto del gruppo. Nel Torino non tutti i giocatori hanno il carattere per farsi carico di chi per indole tende a lasciare che gli eventi scorrano senza incidere e indirizzarli verso la direzione giusta. Questo lo si è ampiamente visto sia nello scorso campionato sia in questo. Non basta che mister Mihajlovic sia un uomo forte e navigato per sopperire alla, diciamo, rilassatezza di alcuni suoi giocatori. Ai giovani, e nella rosa del Torino ce ne sono parecchi, non si può chiedere più di tanto poiché non hanno sufficiente esperienza per avere il carattere già formato a tal punto da essere leader. E’ dagli altri che ci si aspetta che prendano per mano il gruppo e lo conducano fuori dalle secche che hanno portato a dilapidare quella che poteva essere una vittoria con la Spal, terzultima in classifica, ed invece si è trasformata in un pareggio, nonostante i granata dopo soli dieci minuti fossero già in vantaggio di due gol. La gara con la Spal è solo l’ultimo esempio di partite che potevano essere gestite diversamente e che sono finite con il rammarico e che hanno deluso molto.

Partendo dall’assioma che tutti i calciatori del Torino sono dei professionisti, non potrebbe essere diversamente poiché sono tesserati per una squadra di serie A, dovrebbero, quindi, avere delle basi tecniche indiscutibili altrimenti ci sarebbe da chiedersi come mai siano arrivati a un club della massima divisione, di conseguenza, se in campo commettono errori che si ripetono nel tempo il motivo non attiene alla sfera tecnica bensì ad altro. Gli errori dipendono dalla soglia d’attenzione e dal carattere, infatti, nel post partita con la Spal Mihajlovic, infuriato per la prestazione dei suoi giocatori, aveva detto: “E’ assurdo buttare via due punti così” e poi aveva continuato “In settimana avevo ripetutamente spiegato alla squadra i limiti e i punti di forza dei nostri avversari, ma i giocatori hanno fatto ciò che avevo detto loro di non fare”. Alt fermi tutti, se i giocatori fanno l’opposto di quello che dice loro l’allenatore o gli stanno remando contro, e questo è un atteggiamento non da professionisti, o sono sordi, allora hanno bisogno urgente di una visita dall’otorino, oppure sono distratti, può capitare a tutti anche ai migliori, ma che si ripeta nel tempo assume connotati diversi e preoccupanti, soprattutto, se la distrazione è generalizzata. Sempre l’allenatore del Torino commentando il pareggio con la Spal aveva detto: “Nei giudizi salvo soltanto Falque e Sirigu. Belotti e Niang anche loro sono colpevoli, chi può fare la differenza deve farla”.

Belotti è il capitano del Torino e giocatore della Nazionale, il calciatore al quale il presidente Cairo poco più di un anno fa aveva inserito nel rinnovo del contratto una clausola rescissoria da ben cento milioni valida per l’estero. Non proprio uno qualunque, quindi. E’ vero che il “Gallo” il primo ottobre aveva subito la lesione di primo/secondo grado del legamento collaterale e capsulare mediale del ginocchio destro e per esigenze della Nazionale e anche del Torino aveva accelerato il recupero, ma ormai l’infortunio è ampiamente superato e lui, però, non riesce a tornare ai livelli dell’anno e mezzo precedente e per la verità neppure prima dell’infortunio era su quegli standard. Ovviamente non è solo Belotti a dover rendere di più, anche Ljajic, ora infortunato, ha lo stesso obbligo. Così come Niang che dal suo arrivo in granata, il trentuno agosto, non ha mai disputato una partita che giustificasse l’esborso di due milioni per il prestito e dei dodici fissati per il riscatto obbligatorio, più un altro eventuale per i gol che dovesse segnare.

Nella rosa del Torino, a parte i più giovani, ci sono giocatori d’esperienza e che hanno alle spalle carriere di livello, Ansaldi, anche lui attualmente infortunato, Burdisso, Molinaro, Moretti, N’Koulou, Rincon e Sirigu. Altri che per età sono chiamati a fare la differenza se vogliono diventare calciatori importanti e non rimanere eterne promesse, Baselli, Belotti, Falque e Ljajic. E altri ancora che hanno maturato esperienze non di poco conto come Acquah, De Silvestri, Obi e Valdifiori. Non mancano quindi gli elementi che possono e dovrebbero impedire che si verifichino partite come quelle con Bologna, i granata potevano spingere di più e sfruttare meglio le debolezze degli avversari così, forse, sarebbero andati oltre il pareggio. Benevento, vittoria agguantata al 93esimo. Sampdoria con Mihajlovic che a fine partita così commentava: “Nel secondo tempo abbiamo fatto molto meglio creando tre-quattro occasioni da gol e sicuramente con i giocatori della qualità che abbiamo noi quei gol li dovevano e potevano segnare e se oggi non abbiamo vinto è soltanto per errori nostri al di là della bella prova della Sampdoria. Se per segnare dobbiamo fare degli eurogol e poi regaliamo reti agli avversari allora è dura vincere”. Udinese vittoria con finale da brivido e salvataggio al 94esimo dei tre punti grazie al provvidenziale intervento di Ansaldi, oltretutto l’Udinese di allora, era il venti settembre, era ben distante da quella attuale che ha vinto le ultime quattro partite con Crotone, Benevento, Inter e Verona e che ha gli stessi punti del Torino e una partita da recuperare con la Lazio. Juventus una sconfitta figlia anche del fatto che il Torino non è sceso in campo con l’atteggiamento giusto. Verona altro pareggio ottenuto dai veneti tra l’89esimo e il 92esimo dopo che nel primo tempo i granata stavano vincendo due a zero. Crotone ancora un pari agguantato per giunta nel recupero e un primo tempo non sfruttato a dovere. Chievo ennesimo pareggio che Mihajlovic aveva così commentato: “Facciamo sforzi troppo grandi per segnare, bisogna essere più concreti e cattivi sotto porta” e aveva poi aggiunto “il Chievo è partito meglio di noi sia all'inizio della partita sia in avvio di secondo tempo, ma la partita l'abbiamo fatta sempre noi, infatti, abbiamo avuto sei o sette occasioni da gol, abbiamo colpito la traversa e sbagliato un rigore”. Milan uno zero a zero che ha accumunato le due squadre due squadre per la difficoltà a segnare, i troppi errori nei passaggi e i giocatori che rendono meno delle legittime aspettative. Atalanta un uno a uno con inizio di ripresa che ha permesso agli orobici di pareggiare e poi nessuna delle due squadre ha trovato il gol della vittoria. Napoli sconfitta con il Torino nella prima mezzora in balia dei partenopei, quindi approccio non adeguato seppur con un avversario più forte. Ed infine della partita con la Spal si è già detto.

Non bastano a controbilanciate tutte queste prestazioni non adeguate per una squadra che ha come obiettivo dichiarato l’Europa League il pareggio al Meazza con l’Inter, o le vittorie all’Olimpico della capitale con la Lazio, in campionato, e la Roma, in Coppa Italia con tanto di eliminazione dal torneo dei giallorossi, tre gare nelle quali il Torino ha ben giocato. Semmai questi tre exploit aumentano il rammarico. La squadra di Mihajlovic deve svoltare alla svelta già a partire dalla gara con il Genoa di sabato, ma per farlo a iniziare da capitan Belotti tutti i giocatori che possono fare la differenza hanno l’obbligo morale di farla, non basta che Falque sia l’unico attaccante che segna con una certa regolarità e che Sirigu eviti figure peggiori parando e rimediando a errori altrui.


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